Germania, scarcerato il camionista responsabile della morte di Davide Rebellin

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Wolfgang Rieke, 62 anni, autotrasportatore di Recke, un paesino del nord della Germania, era stato arrestato giovedì scorso su mandato europeo richiesto dal gip di Vicenza

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Wolfgang Rieke, il camionista tedesco che ha investito e ucciso il 30 novembre scorso a Montebello Vicentino l'ex campione di ciclismo Davide Rebellin, è stato scarcerato. Il 62enne era agli arrestati da giovedì scorso con l'accusa di omicidio stradale ed omissione di soccorso su mandato europeo emesso dalla Procura di Vicenza. Secondo quanto trapela, il giudice tedesco ha sospeso l'arresto provvisorio in attesa della decisione finale sull'estradizione dell'uomo. L'autotrasportatore, uscito dal carcere di Munster (Germania) nel pomeriggio, ha ottenuto una sorta di obbligo di firma settimanale.

L'incidente e le indagini dei carabinieri

Rieke, autotrasportatore di Recke, un paesino del nord della Germania, era stato arrestato su mandato europeo richiesto dal gip di Vicenza dopo lunghissimi mesi nei quali i familiari di Rebellin hanno atteso una risposta dalle autorità tedesche. Le indagini dei Carabinieri, nell'arco di 48 ore, erano arrivate all'identificazione del camion, dal nome della ditta impresso sul telone, della targa e quindi del conducente. Ma a quel punto Rieke - che finora ha negato sue responsabilità - era già rientrato in Germania. Paese nel quale non esiste nel codice il reato di omicidio stradale, com'è in Italia. È però contemplato il reato di omissione di soccorso, sanzionato con la reclusione fino a tre anni. E probabilmente questo, con le prove fornite sul comportamenti pirata del 62enne, ha determinato l'arresto. 

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Secondo gli investigatori il camion dell'incidente era stato lavoto con detergenti acidi

Gli investigatori italiani, il 20 gennaio scorso, aveva eseguito un sopralluogo nell'azienda del camionista, la Duveneck, dove il tir era custodito - la motrice nel frattempo sganciata dal rimorchio dello schianto - scoprendo che erano presenti deformazioni nelle plastiche in corrispondenza dell'urto con la bici e il corpo di Rebellin. In più, l'autoarticolato era stato lavato con un detergente acido nelle parti interessate dall'urto. La consulenza tecnica - ha reso noto il procuratore  di Vicenza, Lino Giorgio Bruno - aveva accertato "che il conducente aveva a disposizione una visibilità diretta e indiretta che consentiva di percepire in maniera adeguata la presenza del ciclista sulla carreggiata".  

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