Guerra in Ucraina, in Russia la Duma approva l'arruolamento dei detenuti

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Via libera al progetto di legge che prevede che coloro che stanno scontando pene detentive possano arruolarsi nelle forze armate durante un periodo di mobilitazione, legge marziale o in tempo di guerra, ed essere graziati. Il presidente della Duma ha invitato i russi che hanno lasciato il Paese dopo l'inizio della campagna militare a tornare

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La Duma - la Camera bassa del Parlamento russo - ha approvato un progetto di legge che prevede che coloro che stanno scontando pene detentive possano arruolarsi nelle forze armate durante un periodo di mobilitazione, legge marziale o in tempo di guerra, ed essere graziati. Lo riportano diversi media, tra cui la testata Novaya Gazeta Europa. Tra i detenuti, non potranno essere arruolati coloro che sono stati condannati per "terrorismo", "tradimento", "estremismo" e "sabotaggio" (GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SEGUI GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA).

L'appello del presidente della Duma agli espatriati

Intanto il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, ha invitato i russi che hanno lasciato il Paese dopo l'inizio della campagna militare in Ucraina a tornare, avvertendo che in futuro potrebbero essere privati di questa possibilità. "Alla luce di quanto sta accadendo, la cosa giusta da fare è applicare il buon senso: oggi c'è la possibilità di tornare. Domani, con l'isteria che si sta scatenando in Europa occidentale, potrebbe non esserci più", ha scritto Volodin sul suo canale Telegram. Più della metà dei russi che hanno lasciato il Paese dopo il 24 febbraio 2022, quando è iniziata la campagna militare lanciata dal presidente russo Vladimir
Putin in Ucraina, ha scritto ancora il capo della Duma, sono tornati in Russia e il processo sta continuando. "Molte persone che hanno lasciato il Paese sono state trattate come cittadini di seconda classe. Quando sono partiti, pensavano di poter aspettare tranquillamente che tutto passasse. Non è stato così: non trovano lavoro. Non viene dato loro un lavoro. I bambini vengono trattati male nelle scuole", secondo Volodin. Riferendosi alle dichiarazioni del presidente ceco Petr Pavel, che giovedì scorso ha difeso la necessità  di "tenere sotto controllo" tutti i russi che vivono all'estero, l'esponente politico russo ha sottolineato che "dopo queste parole, i nostri cittadini, che ancora rimangono nei Paesi occidentali, dovrebbero pensare a dove sono andati, a cosa hanno trovato e a cosa li aspetta".  

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