No Tav in viaggio verso raduno in Francia contro la Torino-Lione: 50 persone respinte

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Nell'area del Comune di Saint Martin d'Arc è vietato portare artifici pirotecnici o infiammabili e capi di abbigliamento o dispositivi di protezione personale diretti a ostacolare in tutto in parte le azioni della forza pubblica per il mantenimento dell'ordine

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Gruppi di attivisti e simpatizzanti No Tav sono partiti dalla Valle di Susa verso la Francia con l'intenzione di partecipare a una "mobilitazione internazionale e popolare" contro la costruzione della nuova ferrovia Torino-Lione. Il raduno è in programma in una località della Val Maurienne, in territorio transalpino. Secondo quanto si è appreso dal movimento No Tav la comitiva è composta da sei pullman e almeno una decina di automobili. Durante i controlli una cinquantina di persone, sotto divieto amministrativo di entrare nel Paese, sono state fermate e riconsegnate alle autorità di frontiera italiane. Lo ha detto la tv BFM citando fonti della polizia. Tafferugli, invece, sono scoppiati nel pomeriggio vicino a Saint Rémy-de-Maurienne, in Savoia, tra forze dell'ordine francesi e i manifestanti. La gendarmerie locale ha fatto sapere che sono stati utilizzati da parte della polizia gas lacrimogeni per tenere a distanza gruppi ostili di manifestanti che avevano lanciato oggetti.(L'ASSALTO DI NOTTE IN VAL DI SUSA - LE TAPPE)

Manifestazione vietata

La manifestazione, il cui divieto da parte del prefetto è stato confermato ieri sera dal TAR di Grenoble a cui avevano fatto ricorso gli organizzatori, raduna fra le 2.000 e le 4.000 persone, che sfidano il no delle autorità e i circa 2.000 poliziotti e gendarmi schierati.

La prefettura di Savoia ha vietato la manifestazione (promossa fra l'altro da diversi esponenti politici locali) dopo - era stato spiegato - una segnalazione da parte delle forze di polizia italiane sul probabile arrivo di "elementi radicali". Secondo quanto si apprende, un'ordinanza sottolinea che nell'area del Comune di Saint Martin d'Arc è vietato portare artifici pirotecnici o infiammabili e capi di abbigliamento o dispositivi di protezione personale diretti a ostacolare in tutto in parte le azioni della forza pubblica per il mantenimento dell'ordine. Un attivista valsusino ha spiegato che "l'unica arma che porto nello zaino è un panino per calmare la fame". Ieri i manifestanti francesi hanno cominciato a radunarsi in una località chiamata La Chapelle.

The construction site of the Turin-Lyon high speed rail line (Tav), Val di Susa Torino 09 agosto 2019. Piedmont Governor Alberto Cirio visits the area  with Telt general director Mario Virano and local mayors.  ANSA/TINO ROMANO

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Attivisti No Tav bloccati al traforo del Frejus

Circa trecento attivisti e simpatizzanti No Tav della Valle di Susa che si erano messi in viaggio per raggiungere le località francese sono rimasti bloccati per sei ore al valico del Frejus. A una cinquantina di loro la gendarmeria transalpina ha fatto notificare dei 'refuse d'entre' con una durata variabile da uno a cinque giorni. "Ci è stato negato - commentano fonti del movimento No Tav - il diritto di manifestare. Nei giorni scorsi i Pro Tav hanno potuto incontrarsi e hanno potuto organizzare la loro passerella per promuovere un'opera climaticida. Noi no. Ci hanno ritirato i documenti lasciandoci lì senza una spiegazione. E il corteo che intanto era in corso in territorio francese è stato bloccato". Sempre secondo fonti del movimento, al Frejus in mattinata erano arrivati un avvocato francese e un deputato di France Insoumise per chiedere di velocizzare le operazioni, "ma la gendarmeria non ha concesso il passaggio".

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