Naufragio Grecia, potrebbero essere 600 i migranti morti. Arrestati 11 presunti scafisti

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A bordo del peschereccio naufragato al largo delle coste greche ci sarebbero state 750 persone: solo un centinaio sono state tratte in salvo finora. Secondo i media greci le persone fermate sono state identificate dai migranti soccorsi che hanno pagato tra i 4mila ed i 6 mila dollari ciascuno per il viaggio. Alcuni testimoni affermano che il naufragio è avvenuto dopo l'intervento della Guardia costiera. Atene proclama tre giorni di lutto nazionale. Ue: "Attività di soccorso sono la priorità"

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L’ennesima tragedia del mare rischia di trasformarsi in una delle peggiori stragi del Mediterraneo. Un peschereccio si è capovolto ieri nelle acque dell'Egeo, a 47 miglia nautiche da Pylos nel sud del Peloponneso, in Grecia. Secondo i soccorritori l’imbarcazione sarebbe partita vuota dall'Egitto, si sarebbe fermata nel porto libico di Tobruk  per caricare i migranti e poi avrebbe tentato di proseguire la sua rotta verso l'Italia. "È possibile ci siano fino a 600 morti", ha detto Manolis Makaris, il medico che ha accolto i superstiti nell'ospedale di Kalamata, precisando - secondo quanto riporta la Bbc - che la stima si basa sulle testimonianze dei sopravvissuti: "Tutti mi hanno detto che sulla barca c'erano 750 persone, tutti mi hanno parlato di questo numero". Dopo una giornata di ricerche e soccorsi - non senza denunce delle Ong che accusano Atene di “non aver avviato l'operazione di salvataggio” - sono stati recuperati 78 corpi e un centinaio di persone sono state tratte in salvo (LO SPECIALE MIGRANTI). Secondo i media greci 11-12 persone sono state arrestate e accusate di essere gli scafisti dopo essere state identificate dai migranti soccorsi che hanno pagato tra i 4 mila ed i 6 mila dollari ciascuno per il viaggio. Un rappresentante di Mera25, il movimento politico fondato da Yanis Varoufakis, dopo avere incontrato alcuni superstiti ha riportato che "tre persone ci hanno raccontato che l'incidente è avvenuto quando la Guardia Costiera greca ha agganciato il peschereccio con una corda e stava provando a trainarlo. Allora, senza un apparente motivo, il peschereccio si è ribaltato". Le ricerche dei sopravvissuti continuano, mentre i giornali greci riportano la testimonianza di un medico dell'ospedale di Kalamata al quale un superstite ha detto della presenza di oltre 100 bambini nelle stive del peschereccio, notizia finora non confermata. Intanto il primo ministro ad interim della Grecia, Ioannis Sarmas, ha annunciato un periodo di tre giorni di lutto nazionale per le vittime della tragedia. Il lutto è iniziato alle 21 di mercoledì e terminerà a mezzanotte di venerdì.

Si teme una strage senza precedenti

Il rischio è che il bilancio di questa nuova tragedia si trasformi in una ecatombe. "La parte esterna della nave era piena di persone, sospettiamo che lo stesso valga per l'interno" spiega Nikolaos Alexiou, comandante e portavoce della guardia costiera greca, mentre afferma che "non si può dare un numero esatto con certezza, ma certamente il numero è molto alto". Secondo le prime ricostruzioni dei sopravvissuti che erano a bordo dell'imbarcazione "il numero dei passeggeri era di 750" racconta il governatore della regione del Peloponneso, Panagiotis Nikas. Lo stesso numero fornito da Alarm Phone, che già il giorno prima era stata contattata per segnalare un'imbarcazione in difficoltà. Anche un aereo dell'agenzia europea Frontex aveva avvistato il peschereccio intorno a mezzogiorno del 13 giugno e "successivamente da due motovedette, senza richiedere assistenza", racconta la Guardia costiera greca: i "migranti hanno poi rifiutato qualsiasi assistenza e hanno dichiarato di voler proseguire il viaggio verso l'Italia", sostengono i greci. Ma, in un comunicato, Alarm Phone smentisce questa ricostruzione sostenendo che la Guardia costiera ellenica era "stata allertata alle 16.53" così come "le autorità greche e le altre europee". Quindi "erano ben consapevoli di questa imbarcazione sovraffollata e inadeguata" ma - denuncia il centro che si occupa di ricevere le telefonate di soccorso - "non è stata avviata un'operazione di salvataggio", mentre "la Guardia Costiera ellenica ha iniziato a giustificare il mancato soccorso sostenendo che le persone in difficoltà non volevano essere soccorse in Grecia".

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L’accusa di Alarm Phone

Sarebbero state così perse - è la lettura di Alarm Phone - ore cruciali, fino al naufragio, con le operazioni di soccorso ed il recupero di circa 100 persone portate in salvo a Kalamata dallo yacht Mayan Queen IV. Alexiou spiega che i soccorritori continuano "a operare al largo di Pylos e continueranno a farlo anche di notte, con l'assistenza del C-130 dell'Aeronautica Militare". Le speranze di trovare superstiti, però, si affievoliscono ogni ora che passa. Secondo le prime informazioni, le persone venivano da Siria, Pakistan, Egitto e tra loro, raccontano i soccorritori, c'erano anche donne e bambini stipati nelle stive. Stando alle prime testimonianze, nessuna di loro indossava il giubbotto di salvataggio. Durante la notte è iniziato il trasferimento dei corpi recuperati in mare dalle imbarcazioni della Guardia costiera ai camion adibiti per il trasporto che attendevano nel porto. L'identificazione delle salme, tramite il prelevamento di campioni di Dna, è attualmente in corso. I superstiti, tutti uomini tra i 16 e i 40 anni, hanno trascorso la notte in un magazzino del porto e rimangono in attesa di essere trasferiti in un centro di accoglienza nell'entroterra, probabilmente a nord di Atene.

Unhcr: "Forse il peggior naufragio in Grecia degli ultimi anni"

"Potrebbe essere la peggior tragedia marittima in Grecia degli ultimi anni", ha commentato Stella Nanou, dell'Unhcr, parlando con l'emittente pubblica greca Ert. Raccontando delle testimonianze dei migranti sopravvissuti, Nanou ha spiegato che "parlano di donne e bambini a bordo", ma ha anche aggiunto che sono confusi e non gli è stato detto dove si trovavano. "Stanno cercando i loro amici e parenti. Sono in un pessimo stato psicologico - ha concluso Nanou - Quello che sappiamo è che la barca è partita dalla Libia, è rimasta in mare per diversi giorni", e che "la nave era inadeguata e le persone stavano stufando in condizioni miserabili".

Le reazioni

I vertici dell'Unione europea hanno espresso il loro cordoglio per la notizia, dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen al presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Duro il commento della commissaria Ue agli Affari Interni, Ylva Johansson, che spiega come il naufragio "sia il segno del fatto che la nostra politica migratoria non funziona bene al momento", augurandosi che verrà cambiata con il nuovo Patto di migrazione e asilo. "La situazione di stallo durata sette anni è finita", ha spiegato Johansson, difendendo il lavoro delle Ong: "Sono diverse tra loro ma in generale fanno un ottimo lavoro e salvano vite". E chi migra "in cerca di una vita migliore merita sicurezza e dignità", le fa eco Antonio Guterres, segretario generale dell'Onu. Oggi il portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer, ha ribadito che "le attività di ricerca e salvataggio sono ancora in corso e l'assoluta priorità di tutti è fare tutto ciò che possono vista la situazione. Non è tempo per eventuali indagini" su quanto è accaduto al largo di Pylos, "è molto importante concentrarsi sulle operazioni". In risposta al naufragio, il gruppo di contatto per le attività di ricerca e salvataggio (Sar) di ricerca e salvataggio si riunirà domani. 

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Italia: “Contattati martedì, abbiamo informato i greci”

Il Centro di coordinamento del soccorso marittimo italiano ha ricevuto martedì mattina una e-mail che indicava un barcone in difficoltà, con a bordo circa 750 migranti. Nella segnalazione non era fornita alcuna posizione, ma veniva riportato solo il numero di un telefono satellitare presente a bordo. La Centrale operativa della Guardia costiera di Roma, ricevuta la comunicazione, ha contattato il numero, avviando nel contempo le procedure di localizzazione del telefono. Accertato che l'imbarcazione era nell'area di responsabilità per la ricerca e soccorso in mare greca, a 60 miglia nautiche dalle coste greche e a 260 miglia nautiche dalle coste italiane, la Centrale ha contattato subito la Guardia costiera greca, fornendole tutte le informazioni utili per le operazioni di soccorso. Questa la ricostruzione della Guardia costera italiana in merito al naufragio al largo di Pylos, in Grecia.

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