Secondo il ministro dell'Interno la "redistribuzione dei migranti tra gli altri Paesi europei è stata di meno di 1500 persone, che è ben al di sotto dei pur limitati impegni assunti ed è un sintomo di fallimento del principio di solidarietà"
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Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si è espresso sulla questione migranti (LO SPECIALE) in occasione del Consiglio Ue Affari interni a Lussemburgo, dove è in discussione proprio il Patto Ue sulla migrazione e l’asilo: “Non voglio esprimere sin da subito una posizione radicalmente e nettamente contraria, però dobbiamo immaginare su alcuni punti la possibilità di negoziare ancora su un sistema europeo più sostenibile e da attuare gradualmente”.
“Al massimo 40mila posti”
Secondo il ministro bisogna partire "ad esempio, da una capacità adeguata ragionevole che vorremmo quantificabile ad esempio in 20mila posti con moltiplicatore al massimo di due. Sul tetto annuale di capacità adeguata riterremo sufficiente la mera notifica per sospendere le procedura di frontiera obbligatorie".
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“La redistribuzione ha fallito”
“Debbo registrare che nell'ultimo anno a fronte di un drammatico aumento dei flussi nel Mediterraneo centrale la solidarietà europea nei confronti dei Paesi di primo ingresso si è tradotta in una redistribuzione di circa 1.500 persone complessivamente che, comprenderete, ben al di sotto dei pur limitati impegni assunti e sicuramente il fallimento del principio della redistribuzione", ha proseguito Piantedosi. "Ricordo questi fatti perché si tratta di questioni che sono oggetto di fortissima attenzione nel Paese dove è ancora viva la memoria della tragedia di Cutro e dove Lampedusa da oasi si è trasformata in un centro di gestione dei migranti con pesantissimi danni al tessuto socioeconomico locale", ha aggiunto.