Minori e pornografia, Francia verso l’identificazione obbligatoria per i siti hard

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Chiara Piotto

Chiara Piotto

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Parigi studia uno strumento che imponga la certificazione della maggiore età degli utenti dei siti porno, una prima volta al mondo. La proposta di legge fa però discutere le associazioni di tutela del diritto di anonimato online

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Vietare l’accesso ai siti porno ai minori come mai fatto prima. Quello tra la Francia e i giganti digitali dei contenuti hard è un braccio di ferro inedito: da mesi il governo lavora a un sistema di verifica dell’età tramite un nuovo strumento che dovrebbe entrare in vigore dall’autunno. “E’ urgente difendere i nostri bambini dalle immagini porno online e far rispettare finalmente la legge”, ha detto il ministro del Digitale francese Jean-Noël Barrot lo scorso 7 maggio. Una legge da far rispettare già esiste, infatti.

La legge che vieta il porno ai minori

Il codice penale francese punisce dal ’92 chi espone i minori alla pornografia. Nel 2020 però è stata introdotta una legge più specifica sul digitale, entrata in vigore nel 2021, che impone alle piattaforme di verificare che gli utenti siano maggiorenni. L’unica misura finora messa in campo è un pulsante di auto-certificazione, facilmente aggirabile dato che un report pubblicato a fine maggio 2023 certifica che un terzo dei minorenni francesi naviga sui siti hard almeno una volta al mese. Molti a cominciare dai 10-11 anni.

I siti porno portati in tribunale

Il report è firmato dall’Arcom, l’autorità pubblica francese che regola la comunicazione audiovisiva e digitale. Proprio l’Arcom è competente per verificare che i siti pornografici rispettino la legge, cosa che avviene molto raramente. “Il sistema di auto-certificazione non basta”, ci dice Laurence Pécaut-Rivolier, membro dell’Arcom e presidente del gruppo di lavoro “Protezione del pubblico e diversità della società francese”. “La legge impone un sistema di filtraggio ma gli utenti ad oggi non sono filtrati. Perciò già nel 2021 abbiamo incitato i 15 siti porno più visitati in Francia ad agire, ma la maggioranza di loro non ha cambiato nulla. Quindi ne abbiamo portati 7 in tribunale, per la prima volta. La prima sentenza è prevista il prossimo 7 luglio”.

Come identificare gli utenti dei siti porno

Intanto il Governo porta avanti un disegno di legge sulla sicurezza del digitale per rafforzare i controlli. Le discussioni parlamentari riprenderanno a settembre e il nuovo strumento introdotto dovrebbe entrare in vigore già dall’autunno. Le ipotesi in campo sono due: la prima - più probabile - è quella di pretendere dagli utenti che visitano i siti hard la certificazione della propria identità tramite una piattaforma esterna, preventiva all’accesso al sito. La seconda, di più difficile applicazione, prevede per l’accesso ai siti l’inserimento di una carta di credito, che in Francia non può essere rilasciata ai minori di 16 anni.

Arcom Francia: "Necessario parlarne anche in Italia"

“Quando abbiamo chiesto ai siti porno di intervenire per proteggere i minori, la reazione è stata inizialmente negativa”, ci spiega Pécaut-Rivolier, “perché secondo loro, dato che nessun altro Paese oltre alla Francia sta chiedendo misure a riguardo, non esiste alcun problema. Ecco perché per noi è importante che se ne discuta in altri Paesi europei, come l’Italia, per poterci muovere insieme. Recentemente però non siamo più soli: ne abbiamo discusso con i nostri omologhi belgi e speriamo di poter allargare la discussione il prima possibile”.

I dubbi delle associazioni per i diritti online

Intanto tra le associazioni che si occupano dei diritti degli utenti online c’è dibattito. Il timore è che questo sistema di verifica introdotto per i minorenni sui siti porno venga esteso ad altre situazioni, come l’accesso ai social media, limitando così il diritto - riconosciuto dall’Europa - all’anonimato online. “L’utilizzo di un’identità digitale per certificare la propria età ci sembra molto problematico”, ci spiega Bastien Le Querrec, membro della ong attiva per i diritti online La Quadrature Du Net, “perché dietro una motivazione legittima, ovvero quella di proteggere i minori nella loro fase di sviluppo, si nasconde la fine del principio di anonimato online. Dopo i siti pornografici lo stesso strumento di identificazione potrebbe essere applicato e imposto su altri siti, come i social di cui già si discute (la Francia pensa di introdurre un obbligo di almeno 15 anni per iscriversi ai social, ndr). Un precedente inquietante perch comporta un’intrusione a livello di dati personali, mentre il diritto francese e internazionale sanciscono il diritto all’anonimato online”, conclude Le Querrec.

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