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Elezioni Turchia il 14 maggio. Chi sono i candidati, cosa dicono i sondaggi, cosa sapere

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Il presidente uscente Erdogan corre per un nuovo mandato, ma lo sfidante Kemal Kilicdaroglu risulta in vantaggio nelle intenzioni di voto. Dal sistema politico allo scenario in cui si tengono le consultazioni, ecco tutto quello che c’è da sapere sul voto di domenica

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Il 14 maggio in Turchia si terranno le elezioni presidenziali e parlamentari. Per quanto riguarda il Parlamento turco, gli elettori saranno chiamati a rinnovare i 600 membri della Grande Assemblea Nazionale Turca, ma gli occhi degli osservatori nazionali e internazionali sono puntati per la sfida alla presidenza. Recep Tayyip Erdogan, il leader del Partito della Giustizia e dello Sviluppo - in carica dal 2014 ma di fatto al potere dal 2003, quando assunse la carica di primo ministro - cerca la rielezione fino al 2028. Contro di lui corre Kemal Kilicdaroglu, leader del Partito popolare repubblicano e a capo della coalizione dell’Alleanza della nazione, in quelle che appaiono essere le più difficili elezioni per Erdogan nei suoi vent’anni al potere.

Elezioni in Turchia: cosa dicono i sondaggi

Il presidente Erdogan, infatti, sarebbe in svantaggio secondo gli ultimi sondaggi pubblicati da Konda, istituto ritenuto generalmente affidabile. Erdogan è fermo al 43,7% mentre il candidato dei principali partiti di opposizione Kemal Kilicdaroglu ottiene il 49,3% delle preferenze nell'ultima ricerca pubblicata, effettuata su un campione di 3.480 persone tra il 6 e il 7 maggio. Oltre ai due principali candidati, a contendere la carica di presidente della Turchia è anche Sinan Ogan, sondato al 4,8% dei voti. Fino a ieri era in corsa anche Muharrem Ince, che ha però annunciato il suo ritiro citando critiche e attacchi verbali ricevuti durante il periodo della campagna elettorale. Ince ha detto anche che con il suo ritiro la coalizione dei maggiori partiti di opposizione non potrà dare a lui la colpa in caso di un'eventuale sconfitta. Inoltre, non ha dato indicazioni di voto per un altro candidato. Tornando alla sfida tra Erdogan e Kilicdaroglu, anche l’istituto Metropoll registra lo sfidante in vantaggio sul presidente uscente: 49,1% contro il 46,9% nelle intenzioni di voto.

Elezioni in Turchia: come si elegge il presidente

Se i dati indicati dai sondaggi fossero confermati, comunque, potrebbe rendersi necessaria una nuova tornata elettorale. Il sistema per l’elezione in Turchia è infatti un maggioritario a doppio turno: se al primo nessun candidato ottiene il 50% + 1 dei voti, si tiene un ballottaggio tra i due più votati. Alla fine del secondo turno, risulta eletto il candidato che ha ottenuto più voti. Nelle due precedenti elezioni - prima in Turchia il presidente era eletto dal Parlamento e fino al 2017 vigeva un sistema parlamentare - Erdogan è stato eletto al primo turno avendo ottenuto la maggioranza assoluta dei voti.

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Elezioni in Turchia: lo scenario

Il voto in Turchia cade in occasione di una ricorrenza storica e in un contesto difficile per il Paese. Nel 2023, infatti, si celebra il centenario della nascita della Repubblica di Turchia dalle ceneri dell’Impero Ottomano, sotto la guida di Mustafa Kemal Ataturk. Quello che domenica andrà al voto, però, è un Paese profondamente cambiato dalla democrazia laica e parlamentare creata da Ataturk. In particolare negli ultimi vent’anni, sotto la guida di Erdogan che l’allora premier italiano ed ex governatore della Bce Mario Draghi apostrofò come “dittatore”. A pesare sul voto del 14 maggio, comunque, saranno sia la corsa dell’inflazione - che ha superato quota 80% nel 2022 e per contrastare la quale Erdogan ha annunciato un cospicuo aumento degli stipendi pubblici a cinque giorni dalle elezioni - e il devastante terremoto che a febbraio ha colpito l’area sud-orientale del Paese, tradizionale roccaforte del presidente uscente e dove secondo quanto riportato dai Rai News almeno un milione di persone potrebbe non poter votare poiché sfollate.

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Ue: “Ci aspettiamo elezioni democratiche e trasparenti”

Sull’imminente voto è arrivato anche un monito dell’Unione europea: “Ci aspettiamo che le elezioni in Turchia siano democratiche e trasparenti. È anche importante che la pluralità dei media sia garantita e che a tutti i candidati sia garantita adeguata visibilità”, ha detto il portavoce del Servizio di Azione Esterna dell'Ue, Peter Stano, nel corso del briefing quotidiano con la stampa. "Ci aspettiamo che siano rispettati gli standard democratici per cui la Turchia si è impegnata e che tutti i partiti rispettino lo stato di diritto e la volontà del popolo turco", ha aggiunto. La ong Human Rights Watch e l'associazione Article 19 che si occupa di libertà di espressione hanno nei giorni scorsi denunciato "la preoccupazione che il governo del presidente Recep Tayyip Erdogan eserciterà un controllo considerevole sull'ecosistema digitale tentando di minare l'esito delle elezioni" in programma domenica in Turchia. "Le elezioni avranno luogo in un ambiente di controllo centralizzato rafforzato e di erosione dei diritti fondamentali e dello stato di diritto con il governo che esercita un potere straordinario per imbavagliare i media e arrestare o marginalizzare coloro percepiti come critici e gli oppositori politici", ha fatto sapere la ong in un comunicato.

L’allarme su censura e controllo dei media

"Il governo turco ha accelerato i suoi sforzi per mettere in pratica la censura e rafforzare il controllo sui social media e i siti on-line di notizie indipendenti prima delle elezioni", ha affermato Deborah Brown, ricercatrice di Human Rights Watch esperta di tecnologia. "Le compagnie dei social media potrebbero affrontare intense pressioni per rimuovere contenuti che il governo guarda in modo sfavorevole, tra cui valutazioni da parte di osservatori indipendenti", ha affermato Sarah Clarke, direttrice di Article 19 Europa. "Il governo turco dovrebbe porre fine alla repressione della società civile e garantire il diritto alla libertà di espressione e alla privacy, soprattutto prima e durante le elezioni", si legge nel comunicato.

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