Il premier del Nuovo Galles del Sud, il laburista Chris Minns, in carica da poco più di un mese, ha spiegato che "ovviamente" rispetta il nuovo re, ma che considera più importante l'attenzione "a dove e come spendiamo il denaro dei contribuenti"
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie dal mondo
La decisione di non illuminare l'Opera di Sydney, in occasione dell'incoronazione del re Carlo III, ha riacceso in Australia il dibattito fra monarchici e repubblicani. Il premier del Nuovo Galles del Sud, il laburista Chris Minns, in carica da poco più di un mese, ha spiegato che "ovviamente" rispetta il nuovo re, ma che considera più importante l'attenzione "a dove e come spendiamo il denaro dei contribuenti" (LO SPECIALE DI SKY TG24 SULL'INCORONAZIONE DI CARLO).
La decisione di Sydney
Di solito, per le occasioni importanti, le caratteristiche volte del gioiello architettonico della baia di Sydney, realizzato negli anni '60 su progetto dell'architetto danese Jrn Utzon, vengono illuminate. Ma sabato 6 maggio, nel giorno dell'incoronazione di Carlo III, sono rimaste nell'ombra, come ha scritto anche Reuters. Minns ha detto di voler preservare la tradizione di illuminare l'Opera "per i momenti di sacrificio ed eroismo degli australiani e dell'Australia, o quando c’è un evento importante a Sydney", e ha ricordato che l'anno scorso è successo 70 volte, contro le 23 di 10 anni prima, per un costo stimato fra 50 e 60 mila euro ogni volta.
Attenzione alle spese
"Non ho nessun interesse a contrariare le persone che credono nella monarchia - ha spiegato Minns alla radio - ma devo fare attenzione a come si spendono i loro soldi". Il primo ministro australiano, Anthony Albanese, repubblicano convinto, ha comunque partecipato all'incoronazione a Londra, ma il presidente dei monarchici australiani, Philip Benwell, ha denunciato "una campagna repubblicana nascosta da parte del governo attuale".