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Belgrado, studente di 14 anni spara a scuola: morti e feriti. Arrestato

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©Ansa

Le vittime, secondo quanto riportato dal Ministero dell'Interno, sarebbero nove: otto allievi e un guardiano dell'istituto. L'arma apparterrebbe al padre del giovane, arrestato come la madre. L'autore della strage aveva in una borsa una pistola da 9mm, un'altra di piccolo calibro e una bottiglia molotov. Aveva pianificato il suo gesto da almeno un mese. Proclamati tre giorni di lutto nazionale

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Sparatoria in una scuola di Belgrado: uno studente 14enne - ora arrestato - ha aperto il fuoco all’interno dell’istituto che frequenta e ha ucciso almeno nove persone. Le vittime sono otto allievi e un guardiano. Feriti altri sei studenti e un insegnante, alcuni in modo grave. L’arma con cui il ragazzo ha sparato, dicono gli inquirenti, appartiene a suo padre. Anche il genitore è stato così arrestato: l'adolescente conosceva il codice della cassetta di sicurezza in cui metteva le armi. Come ha dichiarato il presidente Aleksandar Vucic in conferenza stampa, anche la madre dell'autore della strage è stata arrestata, anche se non sono ancora note le cause del fermo. Il capo della polizia di Belgrado, Veselin Milić, ha spiegato alla Cnn che il ragazzo aveva in una borsa una pistola da 9mm, un'altra di piccolo calibro e una bottiglia molotov. Sembrerebbe poi che il padre fosse solito portare il figlio al poligono di tiro. In memoria delle nove vittime il governo serbo ha proclamato tre giorni di lutto nazionale, dal cinque al sette maggio. Lo ha fatto sapere il ministro dell’Istruzione, Branko Ruzic. Il legale del ragazzo intanto ha sottolineato come, per la legge nazionale, contro di lui non potranno essere adottati provvedimenti penali. La giovane età non lo permette: finito l'interrogatorio in presenza dei genitori potrà essere rilasciato e rimandato a casa. Il presidente Vucic però non sembra essere d'accordo con questa soluzione: "Visto che il ragazzo non può essere arrestato andrà in un dipartimento speciale di una clinica psichiatrica".

Cosa sappiamo

La sparatoria è avvenuta intorno alle 8:40 di mattina. L’istituto scolastico coinvolto è il Vladislav Ribnikar, situato nel quartiere centrale di Vracar. Il ragazzo, di cui non sono state fornite le generalità ma soltanto le iniziali di nome e cognome (K.K.) è stato bloccato dalle forze dell'ordine nel cortile della scuola. Secondo i media serbi, il giovane - descritto come gentile e diligente - sarebbe  stato vittima di maltrattamenti da parte di alcuni suoi compagni di scuola: avrebbe pianificato il suo gesto da almeno un mese, ha detto il capo della polizia, aggiungendo che era in possesso di una piantina della scuola e di un elenco di compagni di scuola da uccidere. È stato lui stesso a chiamare la polizia informandola di aver sparato, senza chiarire il motivo della strage. Quanto successo oggi ha riacceso polemiche e dibattiti sull'intensificarsi di atti di violenza e intolleranza nelle scuole serbe, a volte legati anche alla crescente circolazione di sostanze stupefacenti e al verificarsi di episodi di molestie sessuali.

La testimonianza di una madre

Dalla madre di una bambina che ha assistito alla sparatoria arriva una testimonianza diretta dei fatti di oggi. La donna ha riferito che la figlia, al rumore dei colpi, aveva pensato ai fuochi d'artificio. Poi ha visto la guardia di sicurezza collassare sotto i proiettili "ed è subito corsa in classe". Così, sarebbe stata proprio la bambina a dire all'insegnante cosa stava succedendo. "Il docente ha subito messo al riparo i bambini chiudendoli dentro la classe", ha detto la madre. 

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