Il capo dell'esercito sudanese Abdel Fattah al Buran e il leader paramilitare delle Forze rapide di supporto (Rsf) Mohamed Hamdan "Hemeti" Dagalo hanno concordato un cessate il fioco che durerà fino all'11 maggio. Lo ha dichiarato il ministero degli Esteri del Paese
Il ministero degli Esteri del Sud Sudan ha fatto sapere che è stato raggiunto un accordo in linea di principio su una tregua di sette giorni a partire dal 4 maggio. L'intesa è stata stipulata tra il generale a capo dell'esercito sudanese Abdel Fattah al-Burhan e il leader delle forze paramilitari di supporto rapido (RSF), il generale Mohamed Hamdan Dagalo. Lo riporta l'emittente al Arabiya citando una dichiarazione rilasciata oggi dal ministero.
Onu: "Sono 330mila gli sfollati in Sudan"
Intanto oggi l'Onu ha fatto sapere che sono oltre 330.000 gli sfollati in Sudan a causa dei combattimenti. Più di 100mila persone sono fuggite già dai combattimenti verso i Paesi vicini, ha detto durante una conferenza stampa a Ginevra la portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), Olga Sarrado. Le Nazioni Unite temono un esodo di massa dal Sudan e stimano che "più di 800.000 persone" potrebbero fuggire dal Paese. Secondo l'Unhcr, la maggior parte di loro dovrebbe andare in Ciad, Egitto e Sud Sudan. "E' molto difficile prevedere cosa accadrà. Dipenderà da ciò che accadrà in Sudan", ha commentato Sarrado.
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"Aiuti destinati al Paese finanziati solo per il 14%"
L'Onu ha anche aggiunto che il programma di aiuti destinati al Paese per quest'anno è attualmente finanziato solo per il 14% e alle agenzie umanitarie mancano 1,5 miliardi di dollari per affrontare la crisi. "L'appello congiunto di 1,75 miliardi di dollari per il Sudan nel 2024 è finanziato solo al 14%. In altre parole... abbiamo un deficit di finanziamento di 1,5 miliardi di dollari", ha dichiarato Jens Laerke, portavoce dell'agenzia umanitaria delle Nazioni Unite, durante un briefing a Ginevra. Da parte sua, l'agenzia Onu per le migrazioni ha reso noto che 334.000 persone sono state sfollate a causa dei combattimenti tra l'esercito e i paramilitari scoppiati a metà aprile.
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Oggi colpita da razzi la cattedrale cattolica di El-Obeid
Oggi, durante i violenti scontri tra le forze dell'esercito sudanese e il gruppo paramilitare Rapid Support Forces, l'agenzia vaticana Fides ha fatto sapere che è stata colpita la cattedrale Maria Regina d'Africa della diocesi di El-Obeid. Secondo padre Peter Suleiman, segretario generale della Conferenza episcopale del Sudan e del Sud Sudan (Ssscbc) il 27 aprile almeno due razzi hanno colpito la cattedrale. Il primo razzo ha colpito una parte della canonica e il secondo razzo è esploso contro il cancello principale della cattedrale, distruggendo le vetrate. "Ringraziamo Dio che il vescovo non fosse nella stanza in quel momento, perché il locale è completamente danneggiato, e l'altro razzo è esploso davanti al cancello principale della Cattedrale e ha colpito l'edificio provocando il danneggiamento dei vetri", spiega padre Suleiman. L'attacco è avvenuto quando il vescovo di El-Obeid, mons. Yunan Tombe Trille Kuku Andali, e altri sacerdoti stavano recitando la preghiera di adorazione di fronte al Santissimo Sacramento nella Chiesa.