Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha fermamente condannato le politiche repressive attuate dal regime nei confronti delle donne nel Paese. Nello specifico, il divieto di lavoro è "senza precedenti nella storia dell'Onu", mina i diritti umani, e ribadisce "il ruolo indispensabile delle donne nella società afghana"
Ferma condanna da parte dell’Onu alla repressione delle donne attuata dai talebani in Afghanistan. Il messaggio è stato lanciato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che si oppone all’unanimità al divieto di lavoro imposto dal regime. "La risoluzione del Consiglio di sicurezza adottata oggi invia un messaggio chiaro ai talebani: condanniamo la vostra repressione delle donne e delle ragazze afghane e chiediamo la rapida revoca dei vostri editti indifendibili. La comunità internazionale non resterà a guardare mentre le donne dell'Afghanistan vengono private dei loro diritti umani e delle loro libertà fondamentali". Ha affermato l'ambasciatrice americana all'Onu Linda Thomas-Greenfield. Il testo, elaborato da Emirati Arabi Uniti e Giappone, afferma che il divieto, "senza precedenti nella storia dell'Onu", mina i diritti umani, e ribadisce "il ruolo indispensabile delle donne nella società afghana".
Stop alle misure oppressive contro le donne
"I talebani - ha aggiunto ancora l’ambasciatrice Thomas-Greenfield - hanno rinnegato le promesse fatte alla comunità internazionale e alle donne afghane attuando misure oppressive contro di loro, incluso il divieto di lavorare con le Nazioni Unite e le Ong. Questi editti draconiani impediscono all'Afghanistan di raggiungere la stabilità, la prosperità economica e la crescita futura, oltre a esporre le donne a un rischio maggiore di violenza di genere e sfruttamento sessuale, e impedire agli aiuti umanitari di raggiungere le persone che hanno bisogno". Gli Stati Uniti e gli altri membri della comunità internazionale, come ha sottolineato l’ambasciatrice Usa, "continuano a sollecitare un processo politico inclusivo che rifletta pienamente la diversità dell'Afghanistan, compresa la partecipazione significativa delle donne e dei membri delle comunità emarginate".