L’esponente politica greca ha sempre respinto le accuse di essere coinvolta nel Qatargate
L’ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili, sospettata di essere coinvolta nel presunto caso di corruzione Qatargate, ha dichiarato che non tornerà in Grecia, sua terra natale, sino a quando non sarà riconosciuta la sua “innocenza”. In un’intervista all’edizione domenicale del quotidiano greco “To Vima”, Kaili ha dichiarato: “Se non riesco a convincere la giustizia belga della mia innocenza, non tornerò mai più nel mio Paese d’origine”. Kaili è sospettata di aver favorito per diversi anni le istanze di alcune potenze straniere, tra cui il Qatar, in merito ad alcune decisioni del Parlamento europeo, in cambio di pagamenti in denaro.
"Il pensiero di mia figlia mi ha sostenuto”
Kaili ha sempre respinto tutte le accuse e venerdì è stata rilasciata dal carcere e trasferita agli arresti domiciliari con l’obbligo di indossare un braccialetto elettronico. “Nel dicembre del 2022, quando sono stata informata dai media delle accuse contro il mio compagno e padre di mia figlia (Francesco Giorgi), tutto il mio mondo è crollato”, ha raccontato Kaili al quotidiano greco. “Sono passati tempi in cui pensavo di porre fine a questa tortura (…) ma il pensiero di mia figlia mi ha sostenuto”, ha aggiunto l’eurodeputata.