Trump incriminato, l'ex presidente: "Processo farsa, ho solo difeso l'America"

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Federico Leoni

Federico Leoni

Davanti al tribunale di Manhattan, nel corso dell’udienza, l’atmosfera è irreale e sospesa. Trentaquattro i capi di imputazione: tutti reati minori, cioè con una pena massima prevista di quattro anni di reclusione. Per ognuno di essi, Trump si dichiara “non colpevole”. Da Mar-a-Lago, il suo buen ritiro in Florida, l'ex presidente definisce Bragg un "giudice fazioso", il processo  "surreale” e “farsesco”, il sistema giudiziario “criminale a causa dei democratici”. DALL'INVIATO A NEW YORK

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Segui i soldi, diceva la fonte anonima del giornalista Bob Woodward negli anni del Watergate. La regola vale tutt’ora, o almeno così sembra.

Secondo il procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, Donald Trump comprò a caro prezzo il silenzio della pornostar Stormy Daniels e dell’ex coniglietta di Playboy Laren McDougal, oltre che di un portiere della Trump Tower: tutto perché tacessero informazioni sul suo passato, informazioni tanto scabrose da mettere in pericolo la corsa alla Casa Bianca. Bragg parla di complotto, o per essere precisi di “una cospirazione volta a minare l’integrità delle elezioni del 2016”. Una cospirazione, per di più, basata sulla falsificazione di documenti aziendali (IL RACCONTO DELL'UDIENZA A NEW YORK).

La prima volta

Davanti al tribunale di Manhattan, nel corso dell’udienza, l’atmosfera è irreale e sospesa: gli elicotteri volteggiano nel cielo, centinaia di telefonini riprendono il grigio edificio della corte e altrettante persone fissano l’ingresso come se stesse per accadere qualcosa di clamoroso. In realtà, anche  se in quello stesso palazzo un ex presidente è stato appena arrestato per la prima volta nella storia, la procedura in corso è piuttosto prosaica: Trump entra dal retro, le telecamere vengono lasciate fuori, i fotografi immortalano il volto tetro dell’accusato, gli agenti rilevano le impronte digitali.

Niente manette, niente foto segnaletica. Trump, così dicono, l’avrebbe voluta per esporla come un trofeo in campagna elettorale.

Former US President Donald Trump, center, with his defense team during his arraignment at court in New York, US, on Tuesday, April 4, 2023. Trump entered a not-guilty plea to 34 counts of falsifying business records in the first degree in a proceeding that took a little less than an hour. Photographer: Andrew Kelly/Reuters/Bloomberg via Getty Images

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I capi d'accusa

Trentaquattro i capi di imputazione: tutti reati minori, cioè con una pena massima prevista di quattro anni di reclusione. Per ognuno di essi, Trump si dichiara “non colpevole”. L’ex presidente, in realtà, va oltre, prima sui social e poi in un lungo discorso tenuto davanti agli amici di Mar-a-Lago, il suo buen ritiro in Florida: Bragg è un "giudice fazioso e mi odia", dice. Il procuratore è “pagato da Soros”. Il processo “è surreale” e “farsesco”, una "caccia alle streghe". Il sistema giudiziario è diventato “criminale a causa dei democratici”.

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La piazza trumpiana

Davanti al tribunale compaiono un cowboy nudo che suona la chitarra e un anziano barbuto che agita un crocifisso, poi una donna con la pelle ricoperta di vernice, un predicatore destrorso e un acrobata sui pattini che fa volteggiare palloni da basket inneggiando a Trump. L’elenco potrebbe andare avanti.

La manifestazione a sostegno dell’ex presidente è particolarmente generosa in quanto a folklore. Sembra quasi che la serietà raggelante e violenta degli Oath Keepers, dei Proud Boys e in generale degli estremisti in azione il 6 gennaio 2021, abbia ceduto il passo a una compagine ideologicamente più confusa e opportunistica. Dove sono finite le milizie? Difficile pensare che abbiano appeso i fucili AR-15 al chiodo. Con loro vale la regola che in genere si applica ai bambini disubbidienti: se non li senti fare chiasso, allora devi preoccuparti.

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Pericolo scampato

Gli appelli del sindaco Eric Adams forse sono serviti: non ci sono state violenze. Al Collect Pond Park, davanti al tribunale, la polizia ha costruito uno sbarramento metallico per separare pro-Trump e anti-Trump: i due gruppi si irridono dalle rispettive postazioni, qualcuno sconfina, vola qualche insulto ma nessuno viene alle mani. Merito anche della polizia di New York, esperta quanto basta da sapere quando è il caso di essere presente rimanendo in disparte. Merito anche, forse, dell’esperienza maturata dall’America dopo l’assalto a Capitol Hill.

Pericolo scongiurato, per ora. Alla fine dell’udienza il procuratore invita a moderare i toni per evitare disordini in futuro. Servirà?

Sostenitori Trump

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Ritorno a Palm Beach

Il volto di Donald torna disteso solo nel salone opulento e un po’ kitsch di Mar-a-Lago, a Palm Beach. “La mia unica colpa è stata difendere l’America”, dice l’ex presidente di fronte a una platea più che amica. E’ un ritorno alla narrativa del 2016, al “loro contro voi con me che vi difendo”. Funzionerà anche stavolta? Pare di sì, se non altro a destra: Trump raccoglie fondi e guadagna punti nei sondaggi realizzati in vista delle primarie: gli avversari più papabili - DeSantis e Pence - mangiano la polvere. Solo un ex presidente atipico come Trump può trarre giovamento da un’incriminazione, eppure l’”effetto inchiesta” c’è e si vede. Difficile dire quanto durerà, facile intuire che ciò che è vantaggioso nelle primarie spesso si rivela fatale alle elezioni generali.

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