Il ministero dell'Istruzione ha annunciato che non saranno forniti servizi alle alunne che "non si attengono al codice di abbigliamento delle scuole". Nei giorni scorsi con una nota ufficiale il governo aveva affermato che l'hijab obbligatorio per le donne è "uno dei fondamenti della civiltà della nazione iraniana"
Il ministero dell'Istruzione dell'Iran ha annunciato che non saranno forniti servizi alle studentesse che "non si attengono al codice di abbigliamento delle scuole": lo ha reso noto il portale di dissidenti iraniani 'Iran International' facendo sapere che anche il ministero della Sanità ha dichiarato in un comunicato che le università legate al ministero non forniranno servizi alle studentesse che non utilizzano il velo, obbligatorio in pubblico per le donne dalla fondazione della Repubblica islamica nel 1979. Pochi giorni fa, il 31 marzo, con una nota ufficiale il ministero dell'Interno di Teheran ha aveva affermato che l'hijab obbligatorio per le donne è "uno dei fondamenti della civiltà della nazione iraniana" e "uno dei principi pratici della Repubblica islamica", e che "non c'è stato e non ci sarà alcun ritiro o tolleranza nei principi e nelle regole religiose e nei valori tradizionali".
Le proteste
Negli scorsi mesi, molte studentesse hanno protestato contro l'hijab obbligatorio durante diverse manifestazioni anti governative che sono iniziate a fine settembre in varie città del Paese. Alcune studentesse hanno partecipato senza il velo alle dimostrazioni, iniziate dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda che ha perso la vita il 16 settembre a Teheran dopo essere stata mesa in custodia dalla polizia morale perché non portava l'hijab in modo corretto.