Centro migranti in Messico, video mostra agenti che lasciano morire detenuti tra le fiamme

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Due poliziotti camminano e si allontanano dall'ufficio dell'Istituto nazionale per le migrazioni di Ciudad Juarez mentre alle loro spalle, dietro le sbarre, si vedono fiamme altissime che hanno causato la morte di almeno 39 migranti, mentre altri 29 sono ricoverati in ospedale con ustioni gravissime

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Un video diffuso attraverso le reti sociali in Messico, e rilanciato dai media fra cui il quotidiano El Universal, mostra che almeno due agenti dell'Istituto nazionale delle migrazioni (Inm) di Ciudad Juarez, centro vicino al confine con gli Stati Uniti, se ne sono andati mantenendo bloccate le uscite dopo lo scoppio di un incendio. Questo comportamento avrebbe causato l'importante bilancio di 39 morti e 29 ustionati o feriti. Questo spiegherebbe perché il numero delle vittime equivale al totale delle 68 persone, migranti del Centro America e del Venezuela, che si trovavano in stato di fermo. Inoltre lascia capire perché quindi, nel parapiglia determinato dalle fiamme, nessuno di essi sia riuscito a salvarsi all'esterno. 

I migranti detenuti hanni appiccato il rogo per protesta

Sul fatto che siano stati i migranti ad avviare la protesta c'è accordo delle diverse fonti, solo che nella giustificazione fornita dal presidente messicano Andrés Manuel López Obrador si menzionava che nel decidere di provocare l'incendio il gruppo aveva utilizzato alcuni materassi collocati a ridosso dell'uscita, cosa che ne aveva impedito la fuga e causato la strage. Però nel video di appena 32 secondi si osserva come i migranti si trovavano all'interno delle celle da dove hanno cominciato a manifestare. Poi da una di esse si levano le fiamme e un denso fumo, mentre qualcuno cerca invano di aprire uno dei cancelli bloccati. 

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L'indignazione dopo la diffusione del filmato

A seguito della diffusione del video, molti utenti hanno ricondiviso le immagini sui propri social network esprimendo il loro shock. Tanti i commenti sdegnati, per quello che viene definito un fallimento da parte del personale, e tanti coloro puntano il dito contro uno degli uomini in uniforme che sembra ignorare un migrante chiuso dietro una porta con le sbarre. Poiché il video non ha audio, non è possibile accertare cosa è stato detto quando è scoppiato l'incendio. Inoltre, non è chiaro cosa faccia il personale in uniforme quando non è davanti alla telecamera. Adán Augusto López, ministro degli interni messicano, non ha negato la provenienza del video quando gli è stato chiesto da un giornalista messicano, ma non ha commentato ulteriormente. Il filmato sembra confermare il racconto della moglie di un migrante venezuelano sopravvissuto all'incendio. 

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