Inizia il digiuno del Ramadan, come funziona e in cosa è diverso dagli altri

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Centinaia di milioni di musulmani in tutto il mondo sono obbligati ad astenersi da cibo e bevande dall'alba al tramonto. Soltanto dopo possono tornare a riunirsi per l'Iftar, il pasto serale che si consuma tradizionalmente con familiari e amici. Le cose da sapere

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Con l'inizio del Ramadan, il mese sacro dell'Islam dedicato alla preghiera e alla meditazione, tutti i musulmani sono chiamati a osservare, dall'alba al tramonto, l'astinenza totale da cibi e bevande, oltre che quella dai rapporti sessuali. Quello del digiuno, tuttavia, è un rituale che accomuna numerose culture e religioni, tra loro anche molto diverse.

Tra purificazione ed espiazione delle colpe

Se i modi e i tempi sono differenti, le ragioni del digiuno sono sostanzialmente di due tipi: non si mangia per purificare il corpo e lo spirito, per liberare la mente ed essere più pronti a pensare al proprio Dio, oppure come forma di rinuncia e penitenza per espiare le proprie colpe.

Periodi diversi per le tre religioni monoteiste

Si digiunava già nell'antica Grecia prima di consultare gli oracoli, si privano del cibo i monaci buddisti per la meditazione, ma soprattutto, sono le tre grandi religioni monoteiste  a prevedere appositi precisi per il digiuno: i cristiani durante la Quaresima (e il venerdì), gli ebrei nello Yom Kippur (in cui si digiuna tutto il giorno), i musulmani durante il Ramadan (in cui il digiuno dura dall'alba al tramonto). Anche gli induisti prevedono digiuni durante vigilie e ricorrenze sacre.

Consentiti solo pasti notturni con amici e parenti

Da oggi e per le prossime quattro settimane, dunque, centinaia di milioni di musulmani in tutto il pianeta si asterranno da cibo e acqua dall’alba al tramonto, per poi riunirsi dopo il tramonto con la famiglia e gli amici per i pasti notturni della rottura del digiuno, l’Iftar. Secondo l’Islam, per il quale il mese sacro di Ramadan è uno dei cinque pilastri della religione, il digiuno avvicina i fedeli a Dio e ricorda loro la sofferenza dei poveri. Oltre al digiuno, la carità è un altro dei cinque pilastri dell’Islam. Ecco perché, durante il Ramadan, le moschee e gli enti di beneficenza offrono regolarmente pasti ai poveri su lunghe tavolate che si estendono per strada.

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