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Francia, non passa la mozione di sfiducia al governo Borne dopo la riforma delle pensioni

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Non ha raccolto i 287 voti necessari per far cadere il governo francese la mozione di sfiducia del partito indipendente LIOT, votata da tutte le opposizioni al governo, dopo la riforma del sistema presidenziale. Tensioni e scontri dopo il voto a Parigi e in altre città francesi

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Non passano le mozioni di sfiducia contro il governo francese. Non ha raccolto i 287 voti necessari per far cadere il governo la mozione di sfiducia "transpartisan" del partito indipendente LIOT, votata da tutte le opposizioni al governo Borne, dopo la riforma delle pensioni. Sono mancati 9 voti per la sfiducia che è stata votata da 278 parlamentari.  E' stata respinta ampiamente anche la seconda mozione di sfiducia contro il governo di Elisabeth Borne, quella presentata dal Rassemblement National di Marine Le Pen. I voti in favore della mozione sono stati 94 sui 287 necessari, 6 in più degli 88 deputati del partito.  "La riforma delle pensioni è considerata come adottata" ha affermato la presidente dell'Assemblea Nazionale, dopo che è stata respinta anche la seconda mozione di censura.

Tensioni dopo il voto a Parigi

E la tensione è esplosa nei pressi dell'Assemblée Nationale. Oggetti sono stati lanciati da parte dei manifestanti contro la polizia che aveva dato ordine di dispersione della manifestazione, non autorizzata. In risposta, diverse cariche e lancio di lacrimogeni. Situazione tesa anche a Tolbiac, il quartiere universitario nel 13esimo arrondissement,  dove è stato deciso un blocco da parte degli studenti. Gli agenti di polizia stanno affrontando giovani incappucciati.

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Richiesta di referendum alla Corte Costituzionale

Intanto è stata inviata alla Corte Costituzionale una richiesta di referendum della legge di

riforma del sistema pensionistico che eleva da 62 a 64 anni l'età di uscita dal mondo del lavoro. La richiesta -firmata da 250 deputati e senatori e presentata alla presidente dell'Assemblea nazionale, Yael Braun-Pivet - secondo Le Figaro, è stata ritenuta ammissibile ed è stato già inviata alla Corte costituzionale, che adesso ha un mese di tempo per esaminarla.

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