Strage migranti, Meloni: “Nessuna segnalazione da Frontex. Prossimo Cdm a Cutro”

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Il punto stampa ad Abu Dhabi, al termine della missione tra India ed Emirati, è stata l'occasione per parlare del naufragio sulle coste calabresi: "Davvero qualcuno ritiene che il governo abbia volutamente fatto morire 60 persone?". In mattinata, dopo l'incontro con il presidente emiratino Mohamed bin Zayed Al Nahyan, sono state adottate due dichiarazioni di intenti, firmate dal ministro Tajani: una sul "partenariato strategico" tra Roma e Abu Dhabi, l'altra sulla cooperazione rafforzata nell'ambito della Cop28

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Si chiude la missione diplomatica di Giorgia Meloni tra Asia ed Emirati Arabi. Da Abu Dhabi, dove è volata dopo aver fatto tappa a Nuova Delhi, la premier si dice "molto soddisfatta” del viaggio. “Entrambi i bilaterali”, quello con il primo ministro indiano Modi e quello con il presidente emiratino Mohamed bin Zayed Al Nahyan, sono “andati molto bene, sinceramente anche oltre le mie aspettative". Dal colloquio con il capo di Stato degli Emirati, ad esempio, è emersa “ampia disponibilità di dare una mano nella piena volontà di recuperare un rapporto di amicizia per gli interessi nazionali dell'Italia". L’incontro stampa con i giornalisti ad Abu Dhabi è stata anche l’occasione per parlare della strage di migranti avvenuta sulle coste calabresi. La premier ha sottolineato come da Frontex non ci sia stata alcuna segnalazione di una situazione di pericolo in mare: per questo non sono partite le operazioni di soccorso. La rotta, inoltre, "non è coperta dalle organizzazioni non governative". Meloni si è detta poi “colpita dalle ricostruzioni di questi giorni. Ma davvero, in coscienza, c'è qualcuno che ritiene che il governo abbia volutamente fatto morire 60 persone? Vi chiedo se qualcuno pensa che se si fosse potuto salvare 60 persone, non lo avremmo fatto”. Il prossimo Consiglio dei ministri sull’immigrazione, ha aggiunto Meloni, si celebrerà in via simbolica proprio a Cutro, luogo del naufragio. Ancora una volta ha poi voluto ribadire che per la gestione dei fenomeni migratori “l'Italia non può risolvere la questione da sola”. Per evitare “che altra gente muoia”, per la premier è necessario “fermare le partenze illegali”. Sulla richiesta di dimissioni del ministro dell’Interno Piantedosi avanzata dalle opposizioni: “Non fa più notizia, ogni giorno chiedono dimissioni di qualcuno”. Dopo il pranzo tra le delegazioni di Italia ed Emirati arabi, Meloni ha lasciato Abu Dhabi per rientrare a Roma.

Gli accordi tra Italia ed Emirati

Negli Emirati sono state adottate due dichiarazioni di intenti. La prima va a definire le linee d’azione per il 'partenariato strategico’ tra Roma e Abu Dhabi ed è stata firmata dal vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e il suo omologo emiratino, lo sceicco Abdallah bin Zayed Al Nahyan Abdallah. La seconda è invece una dichiarazione sulla cooperazione rafforzata nell'ambito della Cop28, firmata sempre da Tajani e da Sultan Ahmed Al Jaber, ministro dell'Industria e delle tecnologie avanzate degli Emirati Arabi Uniti, nonché direttore generale e amministratore delegato di Adnoc, e presidente designato della COP28. A margine dell’incontro è stato firmato anche un accordo tra Eni e la stessa Adnoc, la compagnia petrolifera nazionale degli Emirati, che copre diversi ambiti della transizione energetica.

La distensione dei rapporti tra Italia ed Emirati

Il viaggio di Meloni ad Abu Dhabi segue quello dello scorso febbraio del ministro della Difesa Guido Crosetto. Era stato il primo passo verso il rilancio dei rapporti bilaterali tra i due Stati, dopo le tensioni degli ultimi anni: le problematiche legate alla vicenda Etihad-Alitalia e lo stop all'export di bombe e missili verso Arabia e Emirati Arabi Uniti, deciso durante il secondo governo Conte. Adesso, ha detto Meloni, con lo Stato del Golfo c'è "un rapporto forte dopo anni di difficoltà". Anche Tajani sottolinea come, dopo che "la presenza italiana in quest'area si era un po' persa", il rapporto ora "è molto buono, da quando c'è il nuovo governo l'atteggiamento è cambiato" e il clima "è positivo". 

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La guerra in Ucraina

Sia in India che negli Emirati, sul tavolo dei colloqui c’è stata anche la guerra in Ucraina. Per Meloni, Nuova Delhi – da guida del G20 – “può giocare ruolo molto importante in diplomazia nelle crisi internazionali in atto", così come Abu Dhabi può “contribuire a facilitare questo percorso di pace che deve basarsi su una pace giusta per gli ucraini”. Poi una riflessione sulla posizione della Cina: "Credo che il tentativo di Pechino di inserirsi sul piano diplomatico possa essere visto con interesse". Tajani ha invece ricordato che l’Italia continua a spingere per “un dialogo” tra Mosca e Kiev: “Blinken e Lavrov si sono parlati a Nuova Delhi, seppur brevemente, e ci sono incontri in Svizzera”, ha detto. Il capo della Farnesina sottolinea come “bisogna sempre lasciare aperta la porta della diplomazia”, anche se “non è facile con una guerra in corso”. Roma sta quindi lavorando “per spingere la Russia a stare più calma”, come “abbiamo detto anche agli indiani”, evidenzia Tajani, che conclude: “Adesso vediamo come intendono muoversi gli emiratini". 

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