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Egitto, processo a Zaki a Mansura: udienza aggiornata al 9 maggio

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©Ansa

Lo hanno detto all'Ansa fonti informate rispondendo alla domanda se l'udienza odierna del processo sia stata di nuovo aggiornata senza sentenza

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Udienza rinviata al 9 maggio. Lo hanno detto all'Ansa fonti informate rispondendo alla domanda se l'udienza odierna del processo a Patrick Zaki sia stata di nuovo aggiornata senza sentenza. Il processo era ripreso oggi a Mansura, in Egitto. "Una nuova udienza, speriamo sia l'ultima", aveva scritto su Facebook Patrick Zaki. Ma così non è stato. Che poi ha detto all'Ansa che è stato fatto "per far consegnare le carte della difesa. Forse prenderanno le carte e poi pronunceranno il verdetto finale. Potrebbero pronunciare il verdetto finale il 9 di maggio". Infine: "Ieri, ancora una volta, i cittadini di Bologna si sono presi Piazza Maggiore per mostrare la loro solidarietà verso di me. Non hanno mai perso l'occasione, sin dal primo momento, per sostenermi. Non posso esprimere a parole quanto io sia grato a tutti voi. Difenderò sempre i diritti umani, in qualsiasi circostanza. Vi sarò per sempre grato".

Le reazioni

"Ennesimo aggiornamento del processo infinito contro Patrick Zaki e altri due mesi di attesa. Patrick non mollerà e non mollerà Amnesty International. Ma è fondamentale che anche le nostre istituzioni facciano qualcosa perché questo processo si chiuda presto e bene e Patrick torni a Bologna", ha detto Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, all'Ansa.

Le accuse

Il ricercatore e attivista per i diritti umani, a piede libero dall'8 dicembre 2021 dopo 22 mesi di custodia cautelare passati in carcere con accuse più gravi legate a dieci post su Facebook ma informalmente accantonate, è sotto processo presso una Corte della Sicurezza dello Stato per i reati minori (o d'emergenza) della sua città natale sul delta del Nilo.  Patrick, nel processo in corso dal settembre 2021, è imputato per un articolo del 2019 in cui prendeva le difese dei copti, la minoranza cristiana d'Egitto, sottolineando le sanguinarie persecuzioni dell'Isis degli anni precedenti e due casi di discriminazione sociale e giuridica.  Pur libero, il 31enne ricercatore in studi di genere ha un divieto di espatrio e non può lasciare l'Egitto. 

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