Alec Baldwin si dichiara non colpevole per la sparatoria sul set di “Rust”

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È prevista oggi la prima udienza del processo in cui la star di Hollywood è accusata di omicidio colposo per la morte della direttrice della fotografia Halyna Hutchins, ferita mortalmente nell’ottobre 2021 da un colpo di pistola durante le riprese del film. Baldwin, che ha chiesto di essere esonerato dal partecipare di persona, rischia fino a 18 mesi di carcere

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Alla vigilia della prima udienza del processo per la sparatoria letale sul set del suo film Rust, Alec Baldwin si è dichiarato non colpevole dell'accusa di omicidio colposo. L'attore nega da tempo la responsabilità per la tragedia dell'ottobre 2021, quando un proiettile partito da una pistola che teneva in mano ha ferito mortalmente la direttrice della fotografia del film Halyna Hutchins. La prima udienza del processo è in programma oggi, ma Baldwin ha chiesto alla corte di esonerarlo dal partecipare di persona e ha presentato la sua dichiarazione di non colpevolezza per iscritto in un atto legale.

La Procura ha rinunciato alle aggravanti

Baldwin è stato incriminato formalmente lo scorso 31 gennaio, insieme all'armiere Hannah Gutierrez-Reed, e rischia fino a 18 mesi di carcere. La procura di Santa Fe ha però deciso di non applicare una legge del New Mexico che, nella formulazione recentemente emendata, avrebbe aumentato la pena a un minimo di cinque anni di reclusione. La legge, al tempo del tragico incidente, prevedeva che, per essere applicata, la pistola da lui impugnata fosse “brandita” con l'intenzione di minacciare o nuocere il bersaglio. Sette mesi dopo la morte della Hutchins le norme erano state emendate: gli avvocati dell'attore avevano così argomentato che la procura aveva commesso un errore legale e la nuova versione della legge non poteva essere applicata nella triste vicenda.

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Il set di Rust riaprirà in primavera

Intanto la produzione di Rust ha annunciato che il set riaprirà in primavera in Montana. Baldwin è ancora a bordo nel ruolo del protagonista pur dovendo rispondere ad accuse di omicidio colposo in New Mexico. Le riprese erano state sospese nell'ottobre 2021 dopo la morte della Hutchins. Il marito della cineasta aveva inizialmente fatto causa alla produzione ma poi aveva patteggiato entrando nel film come executive producer.

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