Esperimento nel Regno Unito, settimana lavorativa corta è un successo: cresce il fatturato

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Tiziana Prezzo

Tiziana Prezzo

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Secondo un test portato avant per sei mesi su un campione di tremila lavoratori, aumenta la produttività e riduce lo stress. Ma non mancano li scettici (La corrispondente)

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Lavorare meno ma lavorare meglio si può, secondo un esperimento attualmente in corso nel Regno Unito. Circa tremila lavoratori appartenenti a vari settori hanno partecipato a un esperimento di sei mesi per verificare la produttività distribuita su quattro giorni lavorativi invece che cinque. Il modello prevede il 100% della retribuzione per l'80% del tempo, in cambio dell'impegno a fornire comunque il 100% della produzione. Il risultato è che oltre il 90% delle aziende che hanno preso parte alla sperimentazione resteranno col modello di quattro giorni lavorativi su sette.

I pro e contro della sperimentazione

Due essenzialmente i fattori che hanno spinto verso questa decisione: innanzitutto le entrate sono aumentate in media di oltre un terzo durante il periodo di prova rispetto allo stesso periodo del 2021. Inoltre il numero di dipendenti che hanno lasciato le aziende è diminuito in modo significativo. La la professoressa Juliet Schor del Boston College, alla guida della ricerca, ha spiegato come i risultati siano in gran parte gli stessi in luoghi di lavoro di varie dimensioni, a dimostrazione che si tratta di un'innovazione che funziona per molti tipi diversi di organizzazioni. Dal punto di vista dei dipendenti, il 40% ha dichiarato di sentirsi meno stressati e quasi tre quarti che hanno dichiarato di aver ridotto i livelli di burnout. Hanno inoltre trovato più facile conciliare il lavoro con gli impegni familiari e sociali. Gli scettici temono invece che gli aumenti di produttività possano peggiorare una volta che gli accordi di lavoro rivisti saranno resi permanenti. Inoltre  alcuni dipendenti hanno lamentato un aumento eccessivo dei carichi di lavoro, per la necessità di dover definire e concentrare in un tempo più ridotto le proprie attività.

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Un nuovo modello post pandemia

Dopo la crisi del coronavirus, molte aziende del Regno Unito hanno introdotto una maggiore flessibilità per il proprio personale, basata sulla combinazione di lavoro da casa e dall'ufficio, anche se alcune stanno iniziando a tornare agli accordi precedenti alla pandemia.  Le decisioni sono quindi fin qui affidate alle singole aziende, ma anche la politica britannica ha mosso i primi passi nel riconoscimento di una significativa trasformazione in corso nel mondo dell’occupazione.  L’ottobre scorso il deputato laburista Peter Dowd ha presentato una proposta di legge che abbasserebbe il tetto massimo della settimana lavorativa da 48 a 32 ore per tutti i lavoratori britannici.

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