Iran, l'aggressore di Salman Rushdie premiato con un terreno agricolo

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Il 24enne americano di origine libanese ha accoltellato lo scorso agosto lo scrittore , che ha perso l'uso di un occhio dopo l'attacco. Teheran: "La sua azione mirava a portare a termine la storica fatwa dell'Imam Khomeini"

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L'Iran premierà Hadi Matar, l'aggressore che ha accoltellato più volte Salman Rushdie durante un evento culturale lo scorso 12 agosto a Chautauqua, nello Stato di New York. A seguito dell'attacco, lo scrittore britannico di origine indiana ha perso l'uso di un occhio a causa delle gravi ferite inferte. All'assalitore, un 24enne americano di origine libanese, Teheran ha deciso di doneare 1000 metri quadrati di terreno coltivabile. 

"Il giovane americano voleva portare a termine la fatwa contro lo scrittore"

A dare la notizia è stato Mohammad Ismail Zarei, funzionario iraniano che si occupa della messa in pratica della fatwa contro Rushdie, emessa nel 1989 dall'allora Guida Suprema dell'Iran Ruhollah Khomeini, in cui si chiede la morte dello scrittore britannico a causa del libro "I versi satanici", ritenuto una bestemmia. "Ringraziamo sinceramente il giovane americano per la sua azione che mirava a portare a termine la storica fatwa dell'Imam Khomeini", ha detto Zarei, come riporta il portale in lingua persiana con sede a Londra Iran International. 

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"Rushdie un morto che cammina"

"Nonostante Salman Rushdie sia nulla più che un morto che cammina, per onorare il suo atto coraggioso, l'accoltellatore, o il suo rappresentante legale, sarà premiato con circa 1000 metri quadrati di terreno agricolo fertile e coltivabile durante una cerimonia speciale", ha aggiunto il funzionario della Repubblica islamica. Lo scorso 7 febbraio è uscito l'ultimo romanzo dello scrittore intitolato "La città della vittoria". Una storia in cui ci fa rivivere, in oltre 350 pagine, la straordinaria e lunga vita di questa profetessa nell'India del XIV secolo. Il romanzo è arrivato nelle librerie italiane per Mondadori, nella traduzione di Stefano Mogni e Sara Puggioni, sei mesi dopo l'agguato di New York.

 

 

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