Secondo gli esperti, si tratta di una delle ondate più forti mai registrate, con focolai di un virus altamente contagioso presenti da alcuni mesi gli allevamenti di tutto il Paese. E tra le razze colpite ci sono anche volpi, orsi, delfini, uccelli selvatici e visoni
Sono arrivati alle stelle, negli Usa, i prezzi delle uova. A dicembre scorso, infatti, il costo medio di una scatola da dodici pezzi era pari a 4,25 dollari, più del doppio di 12 mesi prima, quando era a 1,9 dollari. E, allo stesso modo, anche i prezzi all'ingrosso hanno registrato un aumento del 300%. Quali i motivi? Si tratta di una combinazione di fattori che ha reso, di recente, uova e pollame merce sempre più rara sugli scaffali, ovvero l'aumento della domanda per le vacanze di fine anno oltre all'impatto dell'inflazione. Anche se, secondo gli esperti, il vero colpevole è rappresentato dai focolai di un'influenza aviaria altamente contagiosa che ormai da alcuni mesi coinvolge gli allevamenti di tutto il Paese. In particolare, riguardando ad oggi 47 Stati.
L’allarme della autorità locali
Le autorità sanitarie americane, infatti, hanno lanciato un allarme, preoccupate per le mutazioni di un virus che ha favorito nuovi contagi su diverse specie animali, in particolare tra i mammiferi. Oltre al pollame, infatti, tra le razze colpite negli Usa ci sono anche volpi, orsi, delfini, uccelli selvatici e visoni. I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno emanato, proprio di recente, nuove raccomandazioni destinate proprio a chi lavora nelle aziende aviarie. L’obbligo, per tutti, è quello di indossare guanti e mascherine, cercando evitare di toccare gli animali.
Non apparsa la mutazione che può trasmettere il virus all’uomo
Si tratta della prima volta, a partire dal 2016, che un'influenza aviaria simile colpisce il Paese. E, in base a quanto riportato dagli specialisti, si parla dell'ondata più forte mai registrata. “La dimensione dell'out break e il numero di specie animali affette non ha precedenti”, ha segnalato la virologa dell’università del Massachusetts, Nichola Hill. Tra i fattori che maggiormente preoccupano gli esperti, poi, proprio il contagio tra i visoni. "Questa infettività è nuova, non l'avevamo mai vista. Per ora la mutazione capace di trasmettere il virus anche gli esseri umani non è apparsa e potrebbe non apparire mai, ma ogni volta è come tirare i dati e dobbiamo stare in guardia", ha sottolineato.