Il patron delle auto elettriche è salito sul banco dei testimoni a San Francisco, nel processo che lo vede accusato di frode dagli investitori per aver twittato, più di 4 anni fa, riguardo alle sue intenzioni su Tesla in borsa. Musk ha trascorso mezz'ora a difendere il suo modo di comunicare su Twitter. La sua testimonianza continuerà lunedì
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Elon Musk è salito sul banco dei testimoni a San Francisco, nel processo che lo vede accusato di frode dagli investitori per aver twittato, più di 4 anni fa, riguardo alle sue intenzioni di portare Tesla in borsa. Musk ha trascorso mezz'ora a difendere il suo modo di comunicare su Twitter e i suoi successi come capo dell'azienda automobilistica. La sua testimonianza continuerà poi lunedì.
I fatti del 2018
L'azione legale contro il patron delle auto elettriche per i suoi cinguettii è stata avviata da un azionista secondo cui Musk non aveva i fondi per il delisting di Tesla e ha agito in modo sconsiderato discutendo del piano che forse era solo alle fasi embrionali. Sotto accusa, nello specifico, ci sono i tweet con cui nell'agosto del 2018 Musk aveva garantito la copertura finanziaria per la privatizzazione di Tesla con una valutazione di 420 dollari per azione, e rivelato che "il sostegno dell'investitore" per l'accordo era stato "confermato".
Cosa successe a Wall Street
Lo scambio dei titoli a Wall Street era stato bloccato subito dopo l'uscita dei post di Musk, che adesso deve rispondere in tribunale del suo comportamento, visto che poi lo scenario presentato dal miliardario non si era verificato. Ma dopo i tweet contestati e la pausa iniziale, gli scambi azionari erano ripresi per un controvalore di 350 milioni di dollari. E su questo che si concentra il dibattimento.