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Perù, scontri tra manifestanti e polizia: 2 morti nella regione di Puno

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Cresce la preoccupazione per il corteo in programma oggi pomeriggio nella capitale Lima, con la presidente Dina Boularte che ha mobilitato 10mila poliziotti per difendere le sedi delle istituzioni governative

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Cresce ancora il bilancio delle vittime delle proteste in Perù. Nella giornata di ieri, infatti, una donna di 35 anni ed un uomo di 30 sono stati uccisi dalla polizia nella città di Macusani, 250 km a sud della capitale Lima, nella regione di Puno. Gli scontri sono iniziati a seguito del tentativo di incendio del tribunale e del commissariato da parte di un nutrito gruppo di manifestanti, tra cui le due vittime. Sale così a 53 il bilancio delle persone morte durante le mobilitazioni sociali scoppiate lo scorso dicembre a seguito dell'uscita di scena dell'ex presidente Pedro Castillo, che aveva tentato di sciogliere il Parlamento e ora è incarcerato, e dell'ascesa al ruolo di presidente di Dina Boluarte. Da allora gli scontri tra le forze dell'ordine e i manifestanti, che chiedono la scarcerazione di Castillo e le dimissioni della Boluarte, si sono inaspriti sempre di più, così come la tensione tra i cittadini.

Le parole della Boluarte

La presidente, di fronte alla notizia degli scontri che si sono verificati ieri a Macusani e in vista della manifestazione in programma oggi pomeriggio nella capitale, che vedrà migliaia di persone radunarsi a Lima per protestare, ha chiesto che i cortei si svolgano in un clima di calma e di pace.

La Boluarte ha però anche decretato lo stato di emergenza nella capitale, schierando circa 10mila agenti di polizia a difesa delle principali sedi istituzionali del Paese.

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