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Tensione a Gerusalemme: Ben Gvir sulla Spianata delle Moschee, proteste dei palestinesi

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©Ansa

Il ministro si è presentato sul luogo sacro e ha fatto una passeggiata di tredici minuti. La visita ha provocato l’ira e le proteste dei palestinesi, una valanga di critiche contro Israele e un’ondata di reazioni interne e internazionali. L'ufficio di Netanyahu ha ribadito che il premier è impegnato “nella difesa dello status” e ha ricordato che “altri ministri sono saliti sul Monte del Tempio". Diversi Paesi hanno chiesto di evitare azioni che potrebbero aumentare le tensioni

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Cresce la preoccupazione per il possibile aumento delle tensioni israelo-palestinesi in Medio Oriente, dopo una passeggiata di tredici minuti del ministro Itamar Ben Gvir sulla Spianata delle Moschee (il Monte del Tempio per gli ebrei) a Gerusalemme. La visita ha provocato l’ira e le proteste dei palestinesi, una valanga di critiche contro Israele e un’ondata di reazioni interne e internazionali.

La visita del ministro Ben Gvir sulla Spianata delle Moschee

Itamar Ben Gvir, contestato esponente della destra radicale di 'Otzma Yehudit' (Potenza ebraica), è il responsabile della sicurezza nazionale del nuovo governo di Benyamin Netanyhau, in carica solo da pochi giorni. Nella mattinata del 3 gennaio, scortato da decine di agenti e da un rabbino ortodosso (controllati dall'alto da un drone), si è presentato sulla Spianata e ha spiegato di esservi salito in occasione di una ricorrenza religiosa ebraica. “Il Monte del Tempio è il luogo più importante per il popolo di Israele. Noi garantiamo una libertà di movimento ai musulmani e ai cristiani, ma anche gli ebrei saliranno sul Monte del Tempio. E per chi esprime minacce ci sarà un pugno di ferro", ha detto. Un messaggio in linea con un personaggio che, nonostante alcune recenti affermazioni concilianti, ha più volte dichiarato di richiamarsi alle teorie del rabbino estremista e razzista Meir Kahane, messo fuori legge da Israele.

Netanyahu impegnato “nella difesa dello status quo”

Dopo le polemiche, è intervenuto l'ufficio di Netanyahu: ha ribadito che il premier è impegnato “nella difesa meticolosa e senza alcun cambiamento dello status quo sul Monte del Tempio e non si arrenderà ai diktat di Hamas”. "Nel contesto dello status quo – ha ricordato una fonte nell’ufficio – negli ultimi anni altri ministri sono saliti sul Monte del Tempio più di una volta e fra loro anche il ministro per la sicurezza interna Gilad Erdan (Likud, ndr). Le affermazioni su un cambiamento dello status quo sono dunque infondate".

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L’ira dei palestinesi

Le spiegazioni, comunque, non sono bastate a frenare la reazione rabbiosa dei palestinesi, che già in precedenza avevano ammonito Ben Gvir e Netanyahu. "Una sfida seria per i sentimenti di tutto il popolo palestinese", ha attaccato il premier Muhammad Shtayyeh. E ha parlato di "assalto alla moschea di Al-Aqsa". "Tali incursioni – ha aggiunto – mirano a trasformare la moschea in un tempio ebraico, il che costituisce una violazione di tutte le norme, valori, accordi e leggi internazionali e degli impegni di Israele nei confronti del presidente americano".

Le reazioni internazionali

Il riferimento è al complesso di norme che regola il posto sacro alle tre religioni. La Giordania - che di quello Status è garante, anche se non riconosciuta in toto da Israele - ha convocato ad Amman l'ambasciatore Eitan Surkis, recapitandogli una lettera di protesta. "L'assalto alla moschea di Al-Aqsa da parte di un membro del governo israeliano e la violazione della sua sacralità è un atto da condannare, provocatorio, e costituisce una flagrante violazione del diritto internazionale, nonché dello status quo storico e legale a Gerusalemme", ha denunciato il portavoce del ministero degli Esteri Sinan Majali. Alla Giordania si sono uniti Emirati Arabi e Bahrain (firmatari degli Accordi di Abramo con Israele), Arabia Saudita, Egitto, Qatar e Turchia. I media israeliani hanno parlato di dichiarazioni di critica anche di Francia e Gran Bretagna. La Germania ha chiesto di evitare azioni che potrebbero aumentare le tensioni.

Casa Bianca: qualsiasi cambiamento nello status quo è inaccettabile

Anche l'ambasciatore Usa in Israele Tom Nides ha parlato di "azioni inaccettabili" verso lo Status quo. “Ogni azione unilaterale che metta in pericolo lo status quo è inaccettabile", ha fatto sapere anche la Casa Bianca. "Gli Stati Uniti sono fermamente a favore del mantenimento dello status quo con il rispetto dei luoghi sacri di Gerusalemme", ha detto la portavoce Karine Jean Pierre. Anche il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price ha detto che gli Stati Uniti sono "profondamente preoccupati" e ha avvertito che la mossa di Itamar Ben Gvir "ha il potenziale di esacerbare le tensioni e provocare violenza".

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Le reazioni in Israele

A prendere la parola è stato anche il capo dell’opposizione israeliana Yair Lapid. “Questo è ciò che accade quando un premier debole affida all'uomo più irresponsabile del Medio Oriente il luogo più esplosivo dell'area", ha detto. Ben Gvir ha ricevuto anche il monito del rabbino capo sefardita di Israele Yitzhak Yoseph: "In qualità di ministro che rappresenta il governo dovresti agire secondo le istruzioni del rabbinato che da tempo vietano di visitare il Monte del Tempio", gli ha ricordato.

Dov’è la Spianata delle Moschee

La spianata delle Moschee si trova nella Città vecchia di Gerusalemme Est, nel settore palestinese occupato da Israele. È il terzo luogo santo dell'Islam e il sito più sacro dell'ebraismo con il nome di Monte del Tempio. Grazie a uno "status quo" storico, i non musulmani possono andarci solo a orari precisi e non vi possono pregare. In questi ultimi anni, però, un numero crescente di ebrei - di solito ortodossi e/o nazionalisti - vi pregano surrettiziamente, un gesto denunciato come provocatorio dai palestinesi e dai Paesi della zona che li sostengono. Ben Gvir, diversamente da quanto sostiene il rabbinato israeliano, ritiene che gli ebrei dovrebbero poter pregare nel luogo santo, dove si era già recato quando era un deputato. Il ministro, conosciuto per le sue diatribe antipalestinesi, aveva già annunciato la sua intenzione di andare nel luogo santo e Hamas, che detiene il potere a Gaza, aveva avvertito che tale visita rischiava di essere il preludio di un'escalation. "Il governo israeliano di cui faccio parte non cederà a un'organizzazione vile e assassina. Se Hamas pensa di spaventarmi con le minacce, deve capire che i tempi sono cambiati ", aveva risposto Ben Gvir. Il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, ha definito la mossa di Ben Gvir "criminale", mentre il ministero degli Esteri di Ramallah l'ha qualificata come "provocazione senza precedenti".

I precedenti

Nel 2000 una visita di Ariel Sharon, che guidava l'opposizione di destra, aveva provocato scontri e vittime, dando il via alla seconda Intifada che poi è durata fino al 2005. Nel maggio del 2021, dopo che c'erano stati scontri sulla spianata e in altri luoghi di Gerusalemme Est, Hamas aveva lanciato razzi su Israele e c'era stata una guerra di 11 giorni contro l'esercito israeliano.

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