Spianata delle Moschee, ira della Palestina: "Da Israele dichiarazione di guerra"

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Il portavoce di Abu Mazen sull'annunciata visita del ministro della Sicurezza nazionale israeliana Ben Gvir: "Tentativo di cambiare lo status quo avrà conseguenze per tutti". E avverte: "Situazione fuori controllo senza un intervento degli Usa per arginare queste politiche"

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Salgono i timori di una nuova escalation tra Israele e Palestina dopo l'annunciata visita, nei prossimi giorni, del ministro della Sicurezza nazionale israeliana, esponente della destra radicale, Itamar Ben Gvir sulla Spianata delle Moschee, il Monte del Tempio per gli ebrei, a Gerusalemme. Per Nabil Abu Rudeinah, portavoce del presidente palestinese Abu Mazen, "le ripetute minacce di cambiare lo storico status quo sulla moschea di al-Aqsa rappresentano una dichiarazione di guerra con serie conseguenze per tutti". "Se non saranno fermate con una seria pressione da parte degli Usa",  ha proseguito  citato dalla Wafa, "queste pericolose politiche di Israele porteranno la situazione fuori controllo". 

Lapid: "Provocazione che costerà vite umane"

Per il capo dell'opposizione israeliana - ed ex premier - Yair Lapid, la visita di Ben Gvir "è una deliberata provocazione che metterà in pericolo e costerà vite umane".  Lapid - che parlava a una riunione del suo partito - ha ribadito che "Ben Gvir non deve andare sul Monte del Tempio", prima di definire il premier Benyamin Netanyahu "debole" e non in grado "di tenere a freno il ministro di estrema destra".

L'avvertimento di Hamas e Olp

L'Olp e Hamas avevano già ammonito Israele. "La minaccia di Ben Gvir", aveva scritto su Twitter Hussein al Sheikh, segretario generale dell'organizzazione e alto esponente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), "è il culmine di una sfida palese e spudorata che richiede una risposta palestinese, araba e internazionale, commisurata a tale passo che va considerato il primo di questo governo e delle sue politiche di occupazione".

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