Lo ha dichiarato nel corso di una cerimonia il presidente iraniano, riferendosi alle proteste antigovernative nel Paese. Allo stesso tempo, Raisi ha assicurato che "le braccia sono aperte a tutti coloro che sono stati ingannati"
"Non mostreremo misericordia ai nemici": lo ha dichiarato nel corso di una cerimonia il presidente iraniano Ebrahim Raisi, riferendosi alle proteste antigovernative nel Paese. Lo riporta Bbc Persia. Raisi ha definito "un disturbo" le proteste iniziate in risposta alla morte di Mahsa Amini mente era sotto la custodia della polizia morale.
"Braccia aperte"
Allo stesso tempo, Raisi ha assicurato che "le braccia sono aperte a tutti coloro che sono stati ingannati". L'agenzia di stampa iraniana per gli attivisti per i diritti umani (Harana) ha stimato che 507 manifestanti sono morti tra il 27 settembre e il 5 dicembre nelle proteste per la morte di Mahsa Amini. Il numero dei detenuti è compreso tra 14.000 e 16.000. Il governo iraniano insiste sul fatto che le proteste in corso sono una "cospirazione di nemici" e le persone arrestate sono considerati o "ingannate" o "elementi nemici".
Il presidente Raisi ha definito le marce di protesta come "sommosse". "Ipocriti, monarchici, correnti controrivoluzionarie e tutti coloro che hanno subito un danno dalla rivoluzione si sono uniti alle proteste", ha detto a una folla riunita fuori dall'Università di Teheran per un omaggio ai resti di 200 soldati uccisi durante la guerra Iran-Iraq del 1980-1988. "Le braccia della nazione sono aperte a tutti coloro che sono stati ingannati. I giovani sono i nostri figli", ha detto, ma "non avremo pietà per gli elementi ostili". I funzionari iraniani hanno accusato i "nemici" della Repubblica islamica, come gli Stati Uniti e altri Paesi occidentali, di aver istigato le proteste. "Se pensate di raggiungere i vostri obiettivi diffondendo voci e dividendo la società, vi sbagliate", ha affermato Raisi.