Iran, arrestati membri di media occidentali: avevano diffuso immagini delle proteste

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Lo hanno reso noto le Guardie Rivoluzionarie in un comunicato. Le persone arrestate si trovano a Pardis, una città a est di Teheran. Con le proteste e i relativi arresti avvenuti nel 2022, Reporter senza frontiere inserisce l'Iran nella classifica dei Paesi con più giornalisti in carcere

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In Iran le proteste non si fermano e continuano anche le condanne e gli arresti da parte della polizia iraniana. Le Guardie Rivoluzionarie del Paese in un comunicato hanno reso noto di aver arrestato alcuni membri di media occidentali che avevano ripreso video e immagini di "diverse situazioni" in Iran e li avevano inviati alle loro redazioni. Le persone arrestate, che si trovano a Pardis, una città a est di Teheran, avevano il sostegno finanziario e di intelligence dei media occidentali, si legge nella nota, citata dall'IRNA. L'accusa è di aver inviato, durante le proteste in corso da tre mesi nel Paese, immagini e video, anche sui social media e alle tv dissidenti in lingua persiana all'estero.

Iran nella "lista nera" di Reporter senza frontiere

Dopo le proteste e i relativi arresti avvenuti nel 2022, l'Iran è entrato nella classifica

dei Paesi con più  giornalisti in carcere stilata da Reporter senza frontiere. Secondo il rapporto annuale dell'ong, il numero di giornalisti incarcerati nel mondo ha raggiunto un nuovo record: sono 533, circa 40 in più rispetto allo scorso anno (488). Più della metà dei giornalisti detenuti nel mondo al primo dicembre 2022 si trova in cinque paesi: Cina (110), Birmania (62), Iran (47), Vietnam (39) e Bielorussia (31). L'Iran,  sottolinea l'ong con sede a Parigi, è l'unico Paese che fino allo scorso anno non faceva parte di questa "lista nera". La Repubblica islamica ha infatti imprigionato un numero di professionisti dei media "senza precedenti" in 20 anni dall'inizio del movimento di protesta scoppiato a settembre. Trentaquattro nuovi giornalisti si sono aggiunti ai 13 che erano già stati rinchiusi in carcere prima dell'inizio delle proteste. "I regimi dittatoriali e autoritari stanno riempiendo più velocemente le loro prigioni imprigionando i giornalisti", ha denunciato Christophe Deloire, segretario generale dell'ong per la difesa della libertà di stampa.

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