La scrittrice iraniana - autrice del bestseller 'Leggere Lolita a Teheran' - commenta le manifestazioni nel Paese che sono in corso ormai da mesi. E spiega: le donne iraniane "vogliono la libertà che avevano le loro madri e nonne"
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"Penso che qualcosa sia già cambiato con le donne e i giovani scesi in strada, ma anche nei loro slogan. Voglio dire, lo slogan è originale e unico, non contiene nulla di politico o ideologico. Questi giovani sono stati privati non solo dei loro diritti politici, ma del loro diritto a esistere come esseri umani decenti e questo è ciò che chiedono", dice intervistata da Sky TG24 la scrittrice iraniana Azar Nafisi commentando le proteste che nelle ultime 12 settimane hanno interessato l’Iran (ESEGUITA LA PRIMA CONDANNA A MORTE DI UN MANIFESTANTE). E, sempre sui giovani, sottolinea: "Credo che riusciranno a cambiare non solamente l’Iran, ma avranno un impatto in tutta la regione e in tutto il mondo". La scrittrice - autrice del bestseller 'Leggere Lolita a Teheran' - sta partecipando a 'Più libri più liberi', la fiera della piccola e media editoria alla Nuvola di Roma dove è la stella di questa edizione.
"Ali Khamenei non sta mostrando leadership"
Sulla leadership della guida suprema Ali Khamenei, la scrittrice si interroga: "Prima di tutto, quale leadership? Se parliamo della leadership di questa gente è un problema. Lui non sta mostrando nessuna leadership. Sta mostrando molta rabbia e continua e dire che non negozierà, che non farà compromessi. Bhe, si è messo spalle al muro da solo".
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"Donne vogliono diritti delle loro madri e nonne"
Mentre sulla lotta dell’hijab, Azar Nafisi spiega: "È diventata la battaglia per qualcosa di più profondo che si è sviluppato. Il regime scelse l’hijab perché era il simbolo più ovvio della conquista dell’Iran. Se le donne camminavano in strada con il velo, significava che il regime aveva vinto. L’hanno fatto capire sin dall’inizio che era il loro obiettivo, ma gli si è ritorto contro perché le donne iraniane hanno conquistato così tante cose al tempo della Rivoluzione, avevano così tanti diritti" che possono "guardare al loro passato e vedere quello che ebbero le loro madri, le loro nonne e quello che non hanno loro oggi". E, quindi, sempre oggi, "vogliono la libertà che avevano le loro madri e nonne". "Non ho idea di come questo regime possa resistere loro", aggiunge.