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Istanbul, Farnesina conferma italiana arrestata. Domani sarà in un centro di rimpatrio

Mondo
©Ansa

La giovane è stata fermata in Turchia durante un corteo femminista non autorizzato. La sua situazione era stata denunciata prima dall'associazione Mor Dayanisma, che parlava di due giovani fermate e a rischio espulsione, e poi confermata dal ministero degli Esteri di Roma. Secondo quanto riportato da un'avvocatessa, che è tra le attiviste che hanno organizzato la manifestazione, domenica sarà trasferita in un centro di rimpatrio

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Un'attivista italiana è stata arrestata a Istanbul, in Turchia, mentre partecipava a una manifestazione per celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, non autorizzata dalla prefettura locale. Dopo la denuncia su Instagram dalle attiviste dell’associazione Mor Dayanisma ("solidarietà viola" in turco) è arrivata la conferma della Farnesina, che ha confermato il fermo della connazionale.  L'ambasciata di Ankara e la sede diplomatica di Istanbul, spiegano al ministero degli Esteri, sono in continuo contatto con le autorità turche e con il padre della giovane. "Sta bene ed è riuscita a sentire i suoi cari in Italia", hanno dichiarato alcuni attivisti che sono riusciti a incontrare la giovane presso la stazione di polizia del quartiere Karakoy, dove si trova al momento.

Cosa si sa

Secondo quanto riportato all'Ansa da un'avvocatessa, che è tra le attiviste che hanno organizzato il corteo, la ragazza italiana verrà trasferita domenica in un centro di rimpatrio. La giovane si trovava in Turchia da settembre con un visto turistico, valevole per pochi mesi, e conosceva già la realtà del posto dopo aver passato lì un periodo in Erasmus.

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La denuncia

“Due donne, dall'Azerbaijan e dall'Italia, sono ancora detenute e potrebbero essere espulse”, aveva dichiarato l'associazione denunciando la "violenta repressione della polizia" contro le manifestanti e decine di arresti. Già ieri sera, le prime testimonianze parlavano di un imponente schieramento di polizia in tenuta antisommossa che ha bloccato diverse aree della città, dalle rive del Bosforo a piazza Taksim, epicentro delle proteste organizzate dalla popolazione. Nonostante il divieto della prefettura locale, centinaia di persone si sono comunque riunite, rispondendo all'appello della "piattaforma per il 25 novembre", composta da un insieme di movimenti femministi, per intonare in turco e curdo lo slogan delle proteste iraniane "Donna, vita, libertà".

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