Inizierà il 2 ottobre 2023, 13 mesi prima delle prossime presidenziali Usa. La Corte suprema americana ha negato la richiesta dell'ex presidente di bloccare la consegna delle sue dichiarazioni dei redditi
Il processo civile a Donald Trump e ai suoi figli per frode fiscale inizierà il 2 ottobre 2023, 13 mesi prima delle prossime presidenziali Usa. La Corte suprema americana ha negato la richiesta dell'ex presidente di bloccare la consegna delle sue dichiarazioni dei redditi.
Il via libera
La Corte ha dato il 'via libera' alla consegna dei documenti a una Commissone della Camera, la 'Ways and Means', che sta indagando sulle possibili violazioni fiscali del 'tycoon' e che cerca questi documenti da anni (commissione peraltro guidata dai democratici). Il 'via libera' significa che il ministero del Tesoro può consegnare sei anni di dichiarazioni fiscali di Trump e di alcune delle sue società. La Corte ha emesso la sentenza all'unanimità.
Processo il 2 ottobre 2023
Il giudice della Corte suprema di Stato di New York Arthur Engoron ha fissato per il 2 ottobre 2023 l'inizio del processo a Donald Trump, la sua compagnia, la Trump Organization, e i tre figli Donald Jr, Ivanka e Eric, accusati di aver truccato il valore delle loro proprietà e di frode fiscale per poter accedere a finanziamenti da centinaia di milioni di dollari da parte delle banche. La data del processo, che vedrà Trump costretto a presentarsi in aula per testimoniare, cade a soli tredici mesi dalle elezioni presidenziali in cui il tycoon è candidato. Alina Habba, una dei legali che rappresentano l'ex presidente, ha annunciato che Trump non si sottrarrà: "I miei clienti ci saranno, tutti".
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La vicenda
Il processo rappresenta la conclusione di un'inchiesta condotta dal procuratore generale dello Stato Letitia James e durato tre anni. L'Attorney general ha accusato Trump e i figli di aver gonfiato il valore di alcuni immobili, dichiarando il falso in una serie di documenti fiscali che vanno dal 2011 a tutto il 2021. I Trump hanno sempre respinto ogni accusa e hanno contrattaccato, definendo James una persona "mossa da motivazioni politiche" e in "cerca di vendetta". Durante l'ultima udienza, c'è stato anche un duro scontro con la legale dei Trump. Dopo che Habba aveva accusato James di essere "prevenuta", il giudice le ha detto: "Lei ha già presentato queste argomentazioni e ha perso". Habba ha definito "inappropriate" le parole del giudice. "Lei - ha aggiunto - ha un chiaro pregiudizio nei confronti del nostro cliente, e ce l'ha da un anno e mezzo".