La giornalista era morta lo scorso 11 maggio dopo essere stata colpita alla testa da un proiettile che, secondo un’indagine dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, era stato sparato da un soldato israeliano
Il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha avviato un’indagine sulla morte della giornalista palestinese-americana di Al Jazeera Shireen Abu Akleh, uccisa lo scorso maggio mentre stava seguendo un’operazione dell’esercito israeliano in un campo profughi di Jenin, in Cisgiordania. L’indagine è arrivata dopo mesi di pressioni da parte della famiglia di Abu Akleh e grosse perplessità rispetto alle investigazioni condotte dalle autorità israeliane. Il caso potrebbe creare tensioni tra Stati Uniti e Israele, paesi storicamente in buoni rapporti.
Conferme da un'indagine palestinese
Abu Akleh era morta lo scorso 11 maggio dopo essere stata colpita alla testa da un proiettile. Secondo un’indagine dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR), agenzia delle Nazioni Unite, il colpo era stato sparato da un soldato israeliano. Alla stessa conclusione era giunta anche un’indagine dell’Autorità Nazionale Palestinese, l’organismo politico di governo della Palestina.
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La posizione di Israele
Solo a settembre l’esercito israeliano aveva ammesso la possibilità che Abu Akleh fosse stata uccisa da un proiettile sparato da un soldato di Israele: fino a quel momento aveva sempre smentito ogni coinvolgimento nella sua uccisione. Secondo il ministro della Difesa israeliano, Benny Gantz, l’indagine è un “grave errore” e ha precisato che Israele non collaborerà con alcuna indagine esterna e non “permetterà interferenze nei propri affari interni”.