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Parigi, morto in aeroporto Mehran Karimi Nasseri, il senzatetto che ispirò "The Terminal"

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©Getty

Per quasi 20 anni aveva vissuto nello scalo di Roissy-Charles de Gaulle, aveva 78 anni. Il rifugiato iraniano, che si faceva chiamare da tutti sir Alfred, era diventato famoso in tutto il mondo grazie a Steven Spielberg, che alla sua storia si era ispirato per il celebre film "The Terminal", con protagonisti Tom Hanks e Catherine Zeta Jones

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È morto dove aveva vissuto per quasi 20 anni della sua vita, nell'aeroporto di Parigi Roissy-Charles de Gaulle. Il senzatetto Mehran Karimi Nasseri, 78 anni, rifugiato iraniano che si faceva chiamare da tutti sir Alfred, si è spento questa mattina nel terminal 2F. La sua incredibile storia è diventata famosa in tutto il mondo grazie a Steven Spielberg, che a lui si è ispirato per il celebre film "The Terminal" con protagonisti Tom Hanks e Catherine Zeta Jones.

Una storia da cinema

Era il 2004 quando la storia di Nasseri diventò nota a tutto il pianeta grazie al film "The Terminal". In una vita particolarmente difficile, furono quelli gli unici anni di gloria per sir Alfred, che allo scalo parigino iniziò a ricevere i giornalisti della carta stampata, delle radio e delle tv seduto su un divanetto rosso. Dopo alcuni anni di distacco - trascorsi in una stanza d'albergo - il senzatetto era tornato da alcune settimane all'aeroporto, avendo esaurito le risorse racimolate all'epoca del film. Dalle interviste del 2004 emergevano il suo desiderio di "evadere" dall'aeroporto e il sogno americano, quello di un lieto fine della sua storia in California: "Sono lusingato che la mia storia possa ispirare dei film - aveva detto - qui trascorro le mie giornate a scrivere appunti sulla mia vita, a leggere giornali americani e inglesi e qualche romanzo. Ma qui non si può parlare di vita! Spero che The Terminal mi aiuti a partire per gli Stati Uniti".

Una vita in aeroporto

Era nato nel 1945 a Masjed Soleiman, nella provincia iraniana del Kuzistan, ma si era stabilito all'aeroporto di Roissy dal novembre 1988 dopo un lungo periplo che l'aveva condotto a Londra, Berlino ed Amsterdam alla ricerca di sua madre. Ogni volta, le autorità di quei Paesi avevano espulso l'esule, privo di documenti. Nel 1999 aveva finalmente ottenuto lo status di rifugiato in Francia e un permesso di soggiorno ma - forse in stato confusionale per il soggiorno di anni in aeroporto e lo stress - aveva rifiutato di firmare per avere i documenti: "Non sono a mio nome - aveva spiegato secondo le cronache di quei giorni - io non sono più quello che ero. Ormai mi chiamo sir Alfred Merhan e non sono iraniano. Mio padre era svedese e mia madre danese". Roissy diventò definitivamente il suo rifugio, sir Alfred era aiutato e salutato con simpatia da tutto il personale dello scalo, che sapeva di trovarlo sempre "fra la rivendita di sandwich e il McDonald's". Trattamento preferenziale gli veniva riservato alla tintoria e stireria dell'aeroporto. 

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