Israele, risultati elezioni: il blocco di Netanyahu conquista la maggioranza alla Knesset

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La più alta affluenza alle urne da decenni nel Paese riapre a Netanyahu la strada verso il potere. Con lo spoglio del 97% dei voti, il suo Likud si conferma il primo partito con circa 30 seggi su 120, seguito dai centristi di Yair Lapid (24). Terzo partito è la sorpresa Itamar Ben Gvir con 14 seggi. Il blocco di "Bibi" avrebbe circa 65 seggi in questa tornata elettorale, la quinta in 3 anni. “Il nostro percorso ha dimostrato di essere quello giusto”, ha detto

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Benjamin Netanyahu si avvia a ritornare premier in Israele. Dopo lo spoglio del 97% dei seggi, il blocco dei partiti che lo sostengono è saldamente al comando e si avvia a conquistare una maggioranza di circa 65 seggi sui 120 della Knesset. Alle liste che sostengono il premier centrista Yair Lapid andrebbero 50 seggi, 5 agli arabi di sinistra di Hadash Taal. Il Likud di Netanyahu sarebbe il primo partito con 30/31 seggi, seguito da “C'e' futuro” di Lapid a 24. Terzo partito della Knesset è la sorpresa Itamar Ben Gvir, con 14 seggi. Né il partito di sinistra Meretz né quello nazionalista arabo Balad avrebbero passato la soglia di sbarramento del 3,25%.

Netanyahu: “Siamo vicini a una grande vittoria”

"Siamo vicini a una grande vittoria”, aveva detto Netanyahu nella notte ai suoi sostenitori riuniti a Gerusalemme. "Ho esperienza, ho fatto delle elezioni, dobbiamo aspettare i risultati finali ma il nostro percorso, il percorso del Likud, ha dimostrato di essere quello giusto, siamo vicini a una grande vittoria", aveva aggiunto quando ancora lo spoglio non era terminato. Ha parlato anche l'outsider delle elezioni israeliane, il controverso radicale di destra del Sionismo religioso Itamar Ben Gvir: ha detto che lavorerà per tutto il popolo di Israele, “anche per quelli che lo odiano”. Ben Gvir, citato dai media in un commento sui risultati elettorali, ha promesso che con il suo partito farà parte di "un governo completamente di destra".

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La rivincita di Bibi

Netanyahu può quindi celebrare la sua rivincita e tornare a occupare la poltrona del premier di Israele, da cui è stato rimosso "ingiustamente'' (ne è fermamente convinto) dai suoi rivali nel mondo politico, nella magistratura e nella polizia, mentre al tribunale di Gerusalemme veniva incriminato per corruzione, frode ed abuso di potere. Questo era il quinto tentativo di Netanyahu in tre anni e mezzo di conquistare alla Knesset una maggioranza che gli consentisse di governare. In passato ha anche guidato governi di transizione. Ma alle elezioni di un anno e mezzo fa, inaspettatamente, si è trovato estromesso dall'ufficio del premier ed “espulso" dalla residenza ufficiale di via Balfour a Gerusalemme. Lo ha allora sostituito una coalizione composta da otto liste (di destra, di centro, di sinistra ed anche una formazione araba) e guidata prima da Naftali Bennett e poi, da luglio, da Yair Lapid. Da allora Netanyahu ha ingaggiato una guerra di logoramento contro i rivali. Alla fine della primavera ha ottenuto un primo successo con lo scioglimento anticipato della legislatura. In questi mesi ha saputo compattare al meglio il Fronte delle destre assicurandosi un sostegno d'acciaio sia da due partiti ortodossi, sia dai nazional-religiosi espressione del movimento dei coloni. Con questa manovra il Likud si è spostato sensibilmente più a destra.

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