Economia
Nord Stream, a chi conviene il sabotaggio del gasdotto? Le ipotesi
Le falle hanno messo in allarme la comunità internazionale. Nessuno dei due gasdotti stava pompando gas verso l'Europa nel momento in cui sono state riscontrate le perdite, ma entrambi contenevano ancora gas sotto pressione. Si è subito parlato di un'azione mirata a un danneggiamento: ma a chi converrebbe, considerati anche gli importanti risvolti economici della questione? La Nato: 'Sabotaggio deliberato'. Mosca si difende: 'Atto terroristico di un Paese straniero'
I danneggiamenti ai gasdotti Nord Stream 1 e 2, che hanno provocato perdite di metano, hanno messo in allarme la comunità internazionale, con Svezia e Danimarca che hanno allertato le loro marine militari. Nessuno dei due gasdotti stava pompando gas verso l'Europa nel momento in cui sono state riscontrate le perdite, ma entrambi contenevano ancora gas sotto pressione. Si è subito parlato di sabotaggio: ma a chi converrebbe una tale mossa, considerati anche gli importanti risvolti economici della questione?
Il primo effetto concreto dei problemi ai gasdotti si è visto sul mercato, che si è rimesso in agitazione: il prezzo del combustibile è tornato a correre, raggiungendo punte superiori a 210 euro per Megawattora al Ttf e chiudendo in rialzo di quasi il 20 per cento la seduta di martedì 27 settembre
Quello che va subito chiarito è che si parla di ipotesi di sabotaggio perché le falle nel tratto sottomarino si sono aperte quasi simultaneamente. Si tratta di un totale di quattro perdite di gas, come afferma la Guardia Costiera svedese che precisa che 2 si trovano nella zona economica svedese. La Danimarca ha poi confermato la presenza di una perdita sul Nord Stream 2 e di un'altra sul Nord Stream 1. I sismografi, come scrive il Corriere, hanno registrato scosse equivalenti a terremoti oppure a esplosioni, però nelle aree interessate non c’è stato nessun sisma