Economia, 54 anni di polemiche sul Nobel che non è un Nobel

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Nato alla fine degli anni Sessanta, il Premio si è trovato spesso al centro del dibattito e delle critiche. Quest'anno è andato a Bernanke, Diamond e Dybvig

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"Hanno migliorato in modo significativo la nostra comprensione del ruolo delle banche nell'economia, in particolare durante le crisi finanziarie. Un importante risultato della loro ricerca è il motivo per cui è fondamentale evitare i crolli bancari": Ben S. Bernanke, Douglas W. Diamond e Philip H. Dybvig hanno vinto la 54esima edizione del premio più ambito dagli economisti di tutto il mondo. O quasi. L’importanza di questa istituzione è direttamente proporzionale alla sua capacità di attirare a sé polemiche, critiche, prese di distanza. Nell’oltre mezzo secolo di vita è stato più volte messo in discussione e non solo per i suoi risvolti accademici. I primi a criticarla furono gli stessi familiari di Alfred Nobel.

Non un Nobel come gli altri

Sembra un Nobel, ma non lo è. La forma è la stessa: non ci sono differenze nella procedura di selezione e nell’importo stabilito. Nella sostanza però cambia molto, a cominciare dalla data di nascita: anagraficamente il Nobel all’economia è decisamente più giovane degli altri. L’economia infatti non compariva nella lista originaria di discipline e ambiti scelti da Nobel per l’attribuzione del premio. La sua genesi va ricercata altrove, nell’iniziativa della Sveriges Riksbank che nel 1968 istituì un premio in Scienze economiche in memoria del chimico e filantropo svedese. La famiglia di Nobel ha più volte segnalato che il premio non rispetta la volontà del creatore, come testimonia la mancanza all’interno del suo testamento di indicazioni a riguardo. A dimostrazione dell’estraneità del riconoscimento c'è anche l’aspetto pratico della premiazione: il denaro che viene assegnato ai vincitori non proviene dalle casse della Fondazione Nobel, ma è stanziato dalla stessa Banca di Svezia.

Controversie

Le polemiche che hanno accompagnato la nascita del premio non si sono spente con gli anni. In particolare, attorno all’assegnazione del 1976 si alzò un vero e proprio polverone per via dei rapporti tra il vincitore di quell’edizione Milton Friedman e il dittatore cileno Augusto Pinochet. Negli anni Novanta scoppiarono nuovi focolai di critica. Nel 1992 Gary Becker, che fu premiato per aver esteso l’analisi microeconomica a un ampio raggio di comportamenti, fu additato come propugnatore di teorie sessiste e per questo giudicato di indegno di un Prize che vuole dare lustro a quanti si impegnino per portare "il massimo beneficio all'umanità". E non fu risparmiato neanche John Nash, protagonista della nota pellicola A Beautiful Mind. Il matematico era  accusato di antisemitismo.

La battaglia per l’abolizione

E così via si potrebbe continuare a lungo con la lista. La critica più epocale è sicuramente quella mossa da Friedrich von Hayek che, sebbene avesse vinto il premio, non esitò a dichiarare che fosse da cancellare, aggiungendosi all'elenco di favorevoli all’abolizione. Temeva che il Nobel Prize contribuisse a costruire degli intellettuali "guru" infallibili dell’economia, una deriva, a suo avviso pericolosa. Gunnar Myrdal, anche lui assegnatario nello stesso anno, arrivò persino a giudicare l’economia inadatta. Secondo lo studioso, mettere la scienza economica sul medesimo piano di altre non teneva in considerazione la natura stessa della disciplina: “molle” e quindi non assimilabile alla fisica e alla chimica, giudicate “scienze dure”.

Un premio "maschile"

I dubbi poi si allargano all’orientamento ideologico della giuria che, secondo molti esperti, premierebbe solo il “mainstream”. Il record che vantano alcuni istituti, che hanno all’attivo il maggior numero di vittorie, sarebbe la prova di questo sbilanciamento. Si faticherà inoltre a trovare donne nell’albo d’oro dei premiati. Una ricerca veloce mostra che solo due economiste in 54 edizioni sono state assegnatarie del Prize. Nel 2019 Esther Duflo è stata la seconda studiosa insignita. Prima di lei solo Elinor Ostrom nel 2009, che ruppe il soffitto di cristallo dopo 40 anni di egemonia maschile.

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