Russia, l’Fsb: a uccidere Darya Dugina è stata una donna ucraina. Cosa sappiamo
I servizi segreti russi accusano quelli ucraini e forniscono il nome della presunta sicaria: Natalya Vovk, 43enne ucraina che sarebbe poi fuggita in Estonia. "L'Ucraina non è coinvolta", dice Mykhailo Podolyak, principale consigliere di Zelensky. Putin: è "un crimine vile e crudele". Dugin: la risposta non può limitarsi a una vendetta, ma deve portare alla "Vittoria". Gli Usa: Mosca “potrebbe rafforzare gli attacchi contro le infrastrutture civili e governative ucraine nei prossimi giorni"
A tre giorni dall'esplosione che sabato sera è costata la vita a Darya Dugina, figlia 29enne del filosofo ultranazionalista Alexander Dugin, continuano le indagini dei russi per ricostruire cos’è successo e le reazioni internazionali. Ecco cosa sappiamo
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Dugina è morta su un'autostrada ad ovest di Mosca: l’auto su cui viaggiava da sola, una Toyota Land Cruiser, è esplosa mentre rientrava nella capitale dopo aver assistito nella tenuta di Zakharovo a un intervento del padre in una conferenza dedicata alle tradizioni. Secondo le prime testimonianze, la vittima predestinata era proprio l’uomo ma si sarebbe salvato per aver deciso all'ultimo momento di non salire sull'auto guidata dalla figlia
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Da subito qualche leader filorusso del Donbass e i media di Mosca vicini al Cremlino hanno puntato il dito contro l’Ucraina. Dopo qualche ora, ad accusare direttamente Kiev dell'uccisione di Dugina sono stati i servizi segreti russi: hanno puntato il dito contro quelli ucraini fornendo anche il nome della presunta sicaria, Natalya Vovk, una donna ucraina di 43 anni che si sarebbe fatta accompagnare nella missione dalla figlia dodicenne e sarebbe poi fuggita con lei in Estonia
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L'Fsb, il servizio di sicurezza federale, ha annunciato di aver "risolto" il caso a meno di 48 ore dall'esplosione. "Il crimine è stato preparato e commesso dai servizi di sicurezza ucraini", ha affermato nel comunicato l'Fsb. In particolare, hanno aggiunto, da un'agente di nome Natalya Vovk, arrivata in Russia il 23 luglio con la figlia e fuggita subito dopo l'attentato in Estonia attraverso la regione russa di Pskov. Le autorità di Tallinn hanno spiegato di non aver ancora ricevuto alcuna richiesta di estradizione da Mosca
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Secondo la ricostruzione fornita dai servizi russi, Vovk e sua figlia sarebbero arrivate in Russia a bordo di una Mini Cooper alla quale sarebbero state applicate tre targhe diverse: la prima della Repubblica di Donetsk per varcare il confine, la seconda del Kazakhstan usata a Mosca, la terza dell'Ucraina per uscire dal Paese. "Per organizzare l'uccisione di Dugina e raccogliere informazioni sulle sue abitudini di vita", ha aggiunto l'Fsb, Vovk "ha affittato un appartamento a Mosca vicino a dove viveva la vittima"
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La sera dell'attentato, la donna e la figlia avrebbero partecipato alla conferenza di Zakharovo. Fonti della sicurezza citate dalla Tass ipotizzano che la bambina potrebbe essere stata usata dalla madre per piazzare l'ordigno. Poi, pochi minuti dopo che l'auto di Dugina era partita, l'agente ucraina avrebbe azionato a distanza la carica esplosiva posta sotto il sedile di guida. Le mosse di Natalya Vovk sarebbero state ricostruite passo passo da varie telecamere di sorveglianza e parte delle immagini sono state diffuse dall'Fsb
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Fin qui le notizie ufficiali, ma sui canali Telegram abbondano altre presunte informazioni e ricostruzioni. Un gruppo di hacker russi, RaHDit, ha affermato per esempio che Vovk appartiene al battaglione ucraino Azov e ne ha pubblicato anche il presunto tesserino militare, ma le autorità di Mosca non hanno confermato tale ipotesi. Il battaglione ucraino ha fatto sapere di non avere nulla a che fare con la donna
"L'Ucraina non è certamente coinvolta nell'omicidio della signora Dugina. Non ha senso per l'Ucraina per molti motivi. La famiglia Dugin non è parte degli organizzatori e dei gestori attivi della guerra. Sono solo elementi del sistema generale di propaganda isterica della Russia", ha detto alla Bild Mykhailo Podolyak, principale consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky
"Le azioni terroristiche mirate, che eliminano qualcuno sul territorio della Federazione Russa, non sono la via dell'Ucraina. L'Ucraina sta combattendo una guerra di liberazione", ha detto Podolyak, che negli ultimi mesi ha fatto parte del team di negoziazione con la Russia durante il conflitto. "Della morte della signora Dugina approfitta quella parte dello spettro politico della Russia che sostiene una mobilitazione per l'escalation, la radicalizzazione delle ostilità e la possibilità di usare armi che sono vietate da varie convenzioni", ha aggiunto Podolyak
Ha parlato anche il presidente russo Vladimir Putin. L'uccisione di Dugina è "un crimine vile e crudele", ha detto in un messaggio alla famiglia, mettendo in risalto le attività di reporter di guerra e opinionista che avevano visto anche la 29enne distinguersi per il suo sostegno alla cosiddetta operazione militare speciale in Ucraina. Ha rotto il silenzio anche Dugin: ha parlato di "attacco terroristico compiuto dal regime nazista ucraino" e affermato che la risposta non può limitarsi a una vendetta, ma deve portare alla "Vittoria", con la V maiuscola
Intanto, l'ambasciata americana a Kiev ha lanciato l’allarme: "Il Dipartimento di Stato ha informazioni sul fatto che la Russia potrebbe rafforzare gli attacchi contro le infrastrutture civili e governative ucraine nei prossimi giorni". Gli Usa, ha poi detto il portavoce del Dipartimento di Stato americano Ned Price, condannano inequivocabilmente il prendere di mira intenzionalmente i civili ovunque. Ha aggiunto di non avere alcun dubbio che i russi presenteranno "certe conclusioni"
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