
Ucraina, cosa è successo e cosa potrebbe accadere alla centrale nucleare di Zaporizhzhia
Secondo quanto dichiarato dall'Aiea ci sono state alcune azioni belliche, ma i danni non sarebbero tali da comportare rischi immediati per la sicurezza. La situazione però desta “molta preoccupazione” e il rischio di rilasci significativi di radioattività nell'ambiente avrebbe pesanti conseguenze

Non si placa la tensione intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, in Ucraina. I funzionari filo-russi hanno denunciato nuovi attacchi da parte dell’Ucraina verso la struttura, mentre l’Agenzia nucleare di Kiev, Energoatom, ha detto che i bombardamenti russi hanno danneggiato "diversi sensori di rilevamento delle radiazioni"
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Energoatom ha aggiunto che i nuovi raid hanno colpito una zona vicino a uno dei sei reattori dell'impianto controllato dai russi e che c'era "un fumo esteso". E "diversi sensori di radiazioni sono danneggiati"
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E mentre Russia e Ucraina si accusano a vicenda per gli attacchi alla centrale, l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin) ha cercato di fare chiarezza sulla situazione nella centrale, per quanto si apprende dalle fonti ufficiali, e su ciò che potrebbe accadere se gli attacchi continuassero e si intensificassero
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Stando a quanto dichiarato dall'Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, nel comunicato del 9 agosto, ci sono state almeno due azioni belliche: la prima il 5 agosto, che ha danneggiato la linea di alimentazione elettrica esterna; la seconda il 6 agosto, che ha interessato parti di edifici nella zona presso la quale è stoccato a secco il combustibile nucleare esaurito. Non sono stati riportati danni ai contenitori del combustibile. L'Agenzia ha detto che, sulla base di queste informazioni, non ci sarebbero rischi immediati per la sicurezza nucleare
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La situazione bellica intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia però, secondo l’Isin, desta "molta preoccupazione”. Nel caso in cui si determinasse il danneggiamento del nocciolo del reattore e della struttura di contenimento, con rilasci significativi di radioattività nell'ambiente, si potrebbe ipotizzare un'evacuazione nel raggio di 20 chilometri e il riparo al chiuso nel raggio di 100 chilometri
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Una tale circostanza causerebbe ovviamente un impatto significativo per la popolazione ucraina, almeno stando alle indicazioni delle associazioni degli enti europei in materia di radioprotezione e sicurezza nucleare

"Va comunque evidenziato che siamo in uno scenario di guerra e che le centrali non sono progettate nell'eventualità di gravi azioni belliche che dovessero colpire e danneggiare seriamente la struttura di contenimento dei reattori ed eventualmente i reattori stessi", ha sottolineato l'Isin

“In tali circostanze i rilasci di radioattività potrebbero essere superiori e il raggio d'azione nel quale adottare misure protettive esteso. Di qui l'importanza e la necessità che le azioni belliche nell'area della centrale cessino quanto prima"

Nel caso dell'Italia, invece, in ragione della distanza, "non sarebbero da prevedere in tali ipotetiche circostanze misure protettive dirette”, ha precisato l'Isin, “ma una modellazione della dispersione atmosferica" del rilascio radioattivo "e un attento monitoraggio radiometrico"

Sulla necessità di interrompere le azione belliche per evitare danni alla struttura sembrano concordare anche a Washington: il Dipartimento di stato degli Stati Uniti ha fatto sapere di appoggiare l'idea di una zona demilitarizzata alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, in Ucraina

Intanto la situazione della centrale nucleare è finita sul tavolo del Consiglio di sicurezza dell’Onu, dove il segretario generale dell'Aiea, Rafael Grossi, ha detto che la situazione presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia “è seria, grave" e si deve consentire "il prima possibile" una missione sul posto dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica

Il direttore generale dell'Aiea ha detto che intende guidare una missione per ispezionare la centrale per corroborare le informazioni che hanno ricevuto e fornire una valutazione indipendente del rischio. Inoltre, ha ribadito che "le azioni militari devono fermarsi" perché possono portare serie conseguenze