Colombia, Gustavo Petro nuovo presidente: è il primo di sinistra della storia del Paese

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Il leader della coalizione Pacto Histórico ha giurato e si è insediato a Bogotà. Succede all'uscente Iván Duque. Sarà in carica per il periodo 2022-2026 insieme alla vicepresidente Francia Márquez, che rappresenta il simbolo del riscatto delle popolazioni indigene colombiane

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Gustavo Petro è il nuovo presidente della Colombia ed è il primo leader di sinistra della storia del Paese sudamericano. Il leader della coalizione Pacto Histórico si è insediato a Bogotà e succede all'uscente Iván Duque. Governerà per 4 anni, dal 2022 al 2026. Giurando nelle mani del presidente del Senato, Roy Barreras, Petro ha dichiarato: "Giuro su Dio e prometto al popolo di rispettare fedelmente la Costituzione e le leggi della Colombia".

Nel segno degli indigeni

Insieme a lui la vicepresidente Francia Márquez, 40 anni, che rappresenta il simbolo del riscatto delle popolazioni indigene colombiane, una parte importante della popolazione colombiana, spesso la più sfavorita. In un discorso celebrativo dopo il giuramento, Barreras ha sottolineato che "per la prima vota dall'indipendenza si insedia un presidente progressista, democratico e di sinistra". 

Gustavo Petro, Colombia's president-elect, left, and Francia Marquez, Colombia's vice president-elect, during an election night rally following the runoff presidential election in Bogota, Colombia, on Sunday, June 19, 2022. Colombia is bracing for the prospect of a radical change in economic and political direction after electing a former guerrilla to the presidency on a platform of transforming the country's business-friendly model. Photographer: Andres Cardona/Bloomberg via Getty Images

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La via della pace e del cambiamento

Petro si è detto emozionato di "essere oggi su questa piazza vicino alla spada del Libertador Simón Bolívar, che deve restare sguainata, e rimessa nella sua custodia solo quando si sia raggiunta la pace".  "E' l'ora del cambiamento - ha proseguito - e possiamo realizzarlo insieme e in pace, contraddicendo quelli che dicevano che mai avremmo potuto raggiungere il potere". Se abbiamo potuto raggiungere l'obiettivo della presidenza, ha ancora detto, possiamo cercare di raggiungere un accordo di pace che metta fine a sei decadi di conflitto interno". Petro ha quindi ricordato che la Commissione della Verità che sta lavorando dopo gli Accordi di pace del 2016 "ha calcolato che il conflitto interno ha causato un bilancio di 800.000 morti". Noi , ha sottolineato, "vogliamo costruire un Paese della vita e non della morte". Il capo dello Stato ha rivolto un appello a tutti i gruppi armati di "accettare un cammino di dialogo e di pace in cambio di benefici da parte della giustizia". Affrontando il tema del narcotraffico, Petro ha sostenuto che "in 40 anni è morto un milione di persone in scontri armati, mentre in Nord America sono morte 70.000 persone per overdose".  Il capo dello Stato ha quindi assicurato che la politica antidroga applicata a livello internazionale fino ad oggi "è stata un fallimento" e che è giunto il momento che nelle organizzazioni internazionali si giunga a nuovi trattati riguardanti la politica di contrasto al narcotraffico". "Dopo aver ricordato la forte ingiustizia sociale e di reddito che esiste in Colombia, Petro ha parlato della "necessità di sviluppare un'economia basata sulla produzione e su una maggiore giustizia per cui chi più possiede più paghi per aiutare quelli che hanno meno".

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