Si chiude il summit di Elmau, Germania. Il presidente del Consiglio: "Pronti a cogliere spazi negoziali, vogliamo la pace che vuole Kiev". Necessario continuare a limitare "i finanziamenti a Putin. Sanzioni necessarie per portare Russia al tavolo dei negoziati". L'Ue, ha detto il premier, "accelererà il suo lavoro sul tetto al prezzo del gas"
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"I nostri Paesi hanno dimostrato grande coesione e unità di vedute, in particolare sul tema Ucraina. Abbiamo avuto modo di ascoltare il presidente Zelensky, che ci ha chiesto protezione. Il G7 ha risposto che è pronto a sostenere Kiev per tutto il tempo necessario. Siamo pronti a cogliere spazi negoziali, vogliamo la pace che vuole l’Ucraina". A dirlo è il presidente del Consiglio Mario Draghi, durante la conferenza stampa conclusiva della terza e ultima giornata del G7 di Elmau, Germania. C'è "preoccupazione" per "il costante progresso" nelle ultime due settimane delle forze russe sul terreno in Ucraina, ma ciò "non significa che non continuerà il nostro sostegno a Kiev" (GLI AGGIORNAMENTI SULLA GUERRA IN DIRETTA). Draghi ha poi sottolineato come i Paesi G7 abbiano riaffermato il loro impegno "sul fronte delle sanzioni" contro Mosca, punto "essenziale per riportare la Russia al tavolo dei negoziati". E ha aggiunto: "Questa è un'emergenza", ma "non c'è nessuna volontà che sia emersa dal summit di far sì che questa emergenza giustifichi un allontanamento dagli scopi climatici". Il presidente del Consiglio in mattinata ha partecipato a un incontro con i leader del gruppo Quint: il presidente Usa Joe Biden, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro britannico Boris Johnson e il presidente francese Emmanuel Macron. Poi un bilaterale con il premier canadese Justin Trudeau, con focus sulla crisi energetica.
"Limitare i finanziamenti a Putin e accelerare su price cap per il gas"
Da Elmau esce rafforzato anche l’impegno del G7 per continuare ad applicare sanzioni a Mosca. “Tutti i leader concordano sulla necessità di limitare i finanziamenti a Putin”, ha detto Draghi. Il premier ha poi rimarcato come sia necessario anche “rimuovere la cause dell'inflazione”. I Paesi del G7, ha detto Draghi, hanno dato "mandato con urgenza ai ministri su come applicare un price cap sul gas e sul petrolio. L'Ue accelererà il suo lavoro sul tetto al prezzo del gas, una decisione che accogliamo con favore". Draghi si augura che si arriverà a un accordo "prima di ottobre". L'importante, ha aggiunto, è che "la discussione sia solida, su base razionale e non solo psicologica". "Per ora è difficile capire cosa farà la Russia col gas - ha spiegato Draghi - andiamo avanti cercando di prepararci, aumentando gli stock e gli investimenti nelle rinnovabili e anche gli investimenti di lungo periodo nelle rinnovabili nei Paesi in via di sviluppo".
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Ipotesi Gnl da Argentina
Una nuova partnership per l'Italia, sempre al fine di emanciparsi dalla dipendenza dal gas russo, potrebbe nascere con l'Argentina. Draghi ha riferito di aver parlato con il presidente argentino Alberto Fernandez "delle relazioni che uniscono i due Paesi, che sono di lunga data". Fernandez "ha illustrato un progetto di trasporto e liquefazione di gas in Argentina", che Roma esaminerà per vedere "se ci sono le condizioni per proseguire".
Crisi del grano: "Sbloccare subito i porti"
Draghi ha ricordato come il segretario generale dell’Onu Guterres, parlando della crisi del grano ucraino, abbia detto che “siamo oramai vicini al momento della verità" per capire se Kiev e Mosca “vorranno sottoscrivere un accordo che permetterà al grano di uscire dai porti”. Per il premier “la situazione va sbloccata in tempi rapidi per immagazzinare il nuovo raccolto". "Complessivamente ci sono buone notizie" sull'export del grano dall'Ucraina, "molti di noi se non tutti pensavamo che occorresse sminare i porti, ora invece pare ci siano, anzi ci sono dei corridoi sicuri attraverso cui far passare le navi, questo significa guadagnare tempo".
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"Le cose non sono andate come avrebbe voluto Putin"
"Dal vertice Nato ci aspettiamo la riaffermazione di questo senso di unità e fermezza del G7 e poi probabilmente un ampliamento della Nato alla Svezia e alla Finlandia - ha detto ancora Draghi - Gli effetti di questa guerra sono imprevedibili, ci ritroviamo con una Ue più unita, una Nato più unita e probabilmente più grande": i Paesi "cercano protezione e riarmamento. Le cose non sono andate come avrebbe voluto Putin". "Quanto alla presenza del presidente Putin al G20 - ha aggiunto - il presidente indonesiano lo esclude, è stato categorico, non verrà. Potrà succedere un intervento da remoto, vedremo".
"Nessuno pensava che l'Ucraina avrebbe saputo difendersi come ha fatto"
Negli ultimi giorno l'avanzata russa in Ucraina ha portato a casa "un progresso costante", ha detto Draghi, aggiungendo che "una delle cose che ha detto Zelensky" - in videoconferenza con i leader G7 nella giornata di ieri - "è che dovrà partire il contrattacco ed è fiducioso che possa riuscire". Nessuno, ha detto il premier, "pensava a inizio conflitto che l'Ucraina avrebbe saputo difendersi nel modo in cui l'ha fatto, con efficacia e coraggio".