I ricercatori di uno studio accademico internazionale hanno documento 71 casi in cui sarebbe avvenuta un'esecuzione mediante prelievo di organi. I rapporti clinici, inoltre suggerirebbero che gli abusi sarebbero ancora in corso su una scala molto più ampia di quanto si possa dimostrare
Secondo un recente articolo accademico internazionale, riportato dal Wall Street Journal, nelle carceri della Cina i chirurghi si sarebbero trasformati in boia e avrebbero sistematicamente espianto organi a detenuti ancora in vita condannati a morte. Gli autori dello studio, Jacob Laveee, direttore del trapianto cardiaco presso lo Sheba Medical Center di Tel Aviv, e Matthew Robertson, un collega della Victims of Communism Memorial Foundation, hanno utilizzato un'analisi di quasi 125.000 documenti di ricerca medica cinesi per giungere a questa conclusione.
Almeno 71 casi documentati, ma gli abusi potrebbero essere di più
Secondo la ricerca, che ha documentato almeno 71 casi, gli abusi sono tuttora in corso e vengono compiuti su scala molto più vasta di quanto gli studiosi siano riusciti a documentare. La pratica viola la cosiddetta regola del donatore deceduto, alla base dell'etica internazionalmente condivisa sui trapianti, secondo cui il prelievo di organi non deve iniziare finché il donatore non viene formalmente dichiarato morto.
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Le polemiche con l'Oms dgli autori dello studio
Lavee e Robertson credono che l'indignazione internazionale per queste pratiche raccapriccianti sia in parte frenata dalla partnership della Cina con l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Gli esperti dell'Oms, hanno scritto, "hanno chiesto consiglio ai chirurghi trapiantisti cinesi" per istituire una task force sul traffico di organi, quindi li hanno inseriti nel comitato. L'Oms ha anche attaccato la loro precedente ricerca sul prelievo forzato di organi.
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Un'altra ricerca confermerebbe i prelievi forzati
All'inizio di questo mese, un altro esperto, Ethan Gutmann, ha dichiarato a un panel del Congresso che la sua ricerca indica che c'è un diffuso prelievo di organi all'interno dei campi di prigionia dello Xinjiang del governo cinese. Le autorità cinesi, ha detto Gutmann, effettuano interventi chirurgici di prelievo forzato di organi su decine di migliaia di vittime. Ha aggiunto che una delle strutture in cui si svolgono tali operazioni si trova vicino a un crematorio.