Avere un cane nella Pechino degli anni '90 era molto costoso e costringeva a ottenere una licenza specifica. Dai primi del 2000 le restrizioni sono state allentate ma in alcune zone è rimasto il limite di altezza di 35 centimetri. Tutt'ora è proibito portare i cani a passeggiare nei parchi cittadini
Molto è cambiato da quando nella Cina degli anni Ottanta i cani erano banditi dalle città perché portatori di malattie. A Pechino e in altre grosse città dagli anni Novanta le persone iniziarono ad avere cani come animali domestici ma nel 1994 il governo introdusse una licenza obbligatoria molto costosa per il possesso di cani. Dagli anni 2000 le politiche si sono ammorbidite ma è rimasto il limite di altezza di 35 centimetri. Ad oggi a Pechino, come ha raccontato al Financial Times la giornalista britannica Yuan Yang che lì ci vive, avere un cane da compagnia è ancora complesso.
Cani vietati nei parchi
Il limite di taglia e di grandezza imposto dal governo è stato giustificato con la possibile paura dei residenti per i cani di grosse dimensioni. In questo modo sarebbe stato anche possibile limitare morsi e aggressioni. Dalmata, levrieri, alani, golden retriever, akita e molte altre razze sono quindi bandite dalle città cinesi. È in ogni caso proibito portare i cani a passeggiare nei parchi cittadini perché, secondo quanto sostengono le autorità, sporcano troppo e danno fastidio.
Shanghai la più dog-friendly
La giornalista Yang racconta la realtà di Pechino ma questa non è l'unica città della Cina dove sono ancora presenti limitazioni al possesso di cani. A Guangzhou, che si trova vicino a Hong Kong, sono vietati i cani alti più di 71 centimetri al garrese (il punto più alto del dorso). Meno limitazioni a Shanghai, dove molti locali e negozi ammettono i cani e non ci sono limiti sull’altezza. È però vietato il possesso di razze canine ritenute pericolose.