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Ucraina, storie di paura a Makariv, cittadina ancora svuotata. Il reportage di Sky TG24

Mondo

Jacopo Arbarello

La città, situata a ovest di Kiev, ha vissuto alcune delle battaglie più violente per la difesa della capitale. Un po' per la distruzione, un po' per la paura, sono tornati ancora in pochi

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Il ponte per arrivare a Makariv è bucato come una groviera. Due fori enormi accolgono chi arriva in questa cittadina, 60 chilometri ad ovest di Kiev. I russi hanno bombardato il passaggio per impedire l’accesso alla città. Quando sono passati di qui sulla strada per la capitale hanno lasciato paura e distruzione ovunque. Nei boschi fuori della città troviamo ancora le trincee scavate dai soldati invasori, ma la polizia ci avverte di non addentrarci perché il terreno è stato minato quando gli ucraini li hanno respinti. (GUERRA IN UCRAINA. LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - IL RACCONTO DEGLI INVIATI)

Palazzi distrutti a Makariv
Palazzi distrutti a Makariv

Distrutto il 50% delle case

A Makariv l'occupazione russa ha colpito duro. La piazza centrale porterà i segni a lungo: qui, come sul ponte, sono piovute bombe e missili dal cielo. Il mercato alimentare adesso è ambulante, perché i negozi sono stati bombardati. Frutta e verdura si vendono davanti al vecchio negozio sbriciolato e andato in fiamme, carne e uova direttamente da un camion parcheggiato poco di lato. In città, un po' per la distruzione, un po' per la paura, sono tornati ancora in pochi, non più del 20 per cento degli abitanti. Anche addentrandosi tra le viuzze laterali, che diventano sempre più campagna e meno città, lo scenario non cambia: la percentuale tra case colpite e case rimaste intatte è più o meno del 50%. Fermiamo una coppia che parla nel giardino di casa, sono rimasti qui finché non è diventato impossibile, ci dicono, cioè fino a inizio marzo. Poi sono riusciti a scappare. La loro proprietà è stata quasi del tutto risparmiata, ma ai vicini non è andata così bene. 

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Il ponte di accesso alla città bombardato dai russi
Il ponte di accesso alla città bombardato dai russi

Le storie di chi è rimasto

La barista ci ricorda quei terribili giorni e ha parole pesanti pensando al futuro: "Li ho visti passare di qua, saranno stati almeno 50 mezzi tra carri armati, mezzi blindati e artiglieria. Io vengo dal Donbass ma ho avuto molto più paura questa volta che nel 2014. Non so se me la sento di restare qui, perché secondo me questa città non riuscirà a riprendersi e a dimenticare a breve quello che ha vissuto. In pochissimi torneranno". L’impressione della ragazza trova conferma in quello che vediamo in giro. Pochi giovani e molti anziani, e tante strutture che sono oggettivamente irreparabili: vanno rase al suolo e ricostruite. Il terrore di quei giorni è negli occhi di una signora che preferisce non mostrare il suo volto vista la gravità di quello che vuole raccontare: "Si raccontano storie orribili. Si dice che i soldati russi abbiano stuprato due donne. Una ragazza incinta e addirittura una signora 80 anni. I soldati russi sono degli animali, non possono essere perdonati, sono figli del diavolo". 

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