A rendere la fotografia di quanto sta accadendo nel Paese alle rifugiate che arrivano dall’Ucraina e vogliono interrompere la gravidanza è Weronika Smigielska, volontaria di Abortion without border
Sono trecento le donne ucraine che, in questi due mesi, si sono rivolte ad Abortion without border, associazione che aiuta le donne che vogliono interrompere la gravidanza in Polonia. Per le ucraine non poter abortire legalmente è un ulteriore choc (GUERRA IN UCRAINA, LO SPECIALE DI SKY TG24 – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI IN TEMPO REALE).
“Trecento persone sono state aiutate ad avere o un aborto farmacologico o sono state portate nelle cliniche all'estero. La situazione è peggiore per le rifugiate ucraine che arrivano in Polonia, riguardo l'aborto, è un ulteriore choc. In ucraina l'aborto è legale fino alla 12sima settimana di gravidanza”. A renderci la fotografia di quanto sta accadendo, in Polonia, alle donne che arrivano dall’Ucraina e vogliono interrompere la gravidanza è Weronika Smigielska, volontaria di Abortion without border.
Non chiediamo mai il perché vogliano abortire quando ci contattano tramite le nostre linee telefoniche o i social” ci dice. Che si tratti di una storia di violenza o di paura “una donna che si trova a vivere una gravidanza indesiderata deve poter abortire in un Paese civile” continua Weronika.
Le vittime di violenza potrebbero interrompere la gravidanza ma solo dopo aver sporto denuncia, circostanza che rende tutto più complicato ci racconta la
dottoressa Olimpia Rys, giovane medico che vive a Varsavia. Fa parte della generazione di medici che si batte per dare alle donne il diritto di scegliere. Nelle università non insegnano la tecnica dell’aborto ci spiega.
“È grave che non siamo formati come medici, non ci sono neanche gli strumenti negli ospedali. Io sono autodidatta in questo campo. E’ davvero frustrante che nessuno ci insegni cosa fare. Se si va in un ospedale, la conoscenza della materia è davvero datata e non ci sono neanche gli strumenti per farlo negli ospedali polacchi. Quindi se studi in Polonia e vai a lavorare nei Paesi dell'Ovest non hai la minima idea di che cosa si tratti. Ci insegnano tutto ma non questo, ed è una follia” ci spiega. Una questione che, in Polonia, tocca le donne ucraine ma non solo, ad essere coinvolte sono soprattutto le donne polacche che, per legge, possono abortire in due casi: in caso di violenza sessuale, spesso difficile da dimostrare e da denunciare, o nel caso in cui la donna rischi la vita.
“Molti ospedali si rifiutano di praticare aborti anche se potrebbero perché sono spaventati dalle leggi”aggiunge la dottoressa Rys.
Diciannove donne al giorno di diverse nazionalità si rivolgono a abortion without Border in Polonia. La speranza di chi da tempo aiuta le donne che vogliono interrompere la gravidanza nel Paese è che l’attenzione su quanta sta accadendo alle donne ucraine possa aprire gli occhi su una questione che in Polonia è controversa.