La storia della celebrazione del successo contro i nazisti ha vissuto fasi alterne nel corso degli anni, le riviviamo insieme
La prima parata risale al 1945: la Germania di Hitler ha capitolato da qualche ora e per celebrare la fine della seconda guerra mondiale e la resa del regime nazista, su ordine di Iosif Stalin si decide di segnare la data su tutti i calendari russi. Per organizzarla, però, si deve aspettare qualche settimana con i reduci tornati dal fronte europeo che sfilano a Mosca. Poi quasi più nulla, per venti anni esatti: troppo vivo, probabilmente, il ricordo del trattato di non aggressione siglato da Molotov e Rippentrop nel 1939 (GUERRA IN UCRAINA, LO SPECIALE DI SKY TG24 - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI IN TEMPO REALE).
Nel 1965, al potere c’è Brezhnev che impone un cambio di passo: è lui infatti a decidere di celebrare una vera e propria festa nazionale seguendo il collaudato protocollo delle coreografie sovietiche. La vittoria sui nazisti diventa così uno dei temi più solcati dalla propaganda e dalla pubblicistica comunista e a lei si affianca il ricordo delle oltre 27 milioni di vittime russe. Le parate a Mosca continueranno ma per trasformare le celebrazioni in una iconica ricorrenza occorrerà aspettare il 2005, quando Vladimir Putin, da qualche anno al Cremlino, deciderà di rilanciare il mito della Grande guerra patriottica, così viene chiamata la seconda guerra mondiale in Russia.