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Elezioni Filippine, vittoria schiacciante per Ferdinand Marcos junior

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Il figlio del dittatore Ferdinand Marcos, e alleato del presidente uscente, ha ottenuto il doppio delle preferenze rispetto a Leni Robredo. Per questa tornata elettorale si erano presentati anche il campione del mondo di pugilato Manny Pacquaio e il sindaco di Manila ed ex attore Isko Moreno

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Schiacciante vittoria per Ferdinand Marcos junior, figlio del defunto dittatore delle Filippine, alle elezioni presidenziali. Il conteggio iniziale gli ha dato un enorme vantaggio rispetto al suo rivale più vicino, Leni Robredo, vicepresidente uscente. Con oltre il 90 per cento delle schede elettorali, Ferdinand "Bongbong" Marcos junior si è assicurato quasi 30 milioni di voti, più del doppio rispetto al candidato liberale Robredo. I risultati completi dovrebbero richiedere settimane per essere certificati. Il voto doveva eleggere il successore del presidente Rodrigo Duterte. Eletto il 30 giugno 2016, non ha potuto ricandidarsi: la Costituzione filippina prevede un unico mandato di 6 anni ed esclude la rielezione. Il nuovo presidente – che nelle Filippine è sia capo di Stato che di governo – è stato deciso al primo turno: il sistema elettorale non prevede il ballottaggio. Si erano candidati a questa tornata elettorale anche il campione del mondo di pugilato Manny Pacquaio e il sindaco di Manila ed ex attore Isko Moreno.

Chi è Ferdinand Marcos Jr

Ferdinand Marcos Jr – soprannominato "Bongbong" - è nato a Manila il 13 dicembre 1957. È stato vicegovernatore e poi governatore della provincia di Ilocos Norte, prima di diventare membro della Camera dei rappresentati (2007-2010) e del Senato (2010-2016). Durante le scorse elezioni presidenziali si era candidato come vicepresidente. A vincere era però stata la sua principale sfidante del 2022, Leni Robredo. Marcos Jr ha già ricevuto l’appoggio del partito del presidente uscente Duterte, di cui è amico e alleato. La figlia del presidente, Sara Duterte, è in lizza per il posto di vicepresidente insieme a Marcos Jr, che tuttavia, negli ultimi tempi si è distanziato da alcune linee politiche di Duterte. Tra queste la morbida posizione tenuta nei confronti della Cina, da anni al centro di dispute con le Filippine per il controllo di alcune zone di pesca. Marcos Jr è apprezzato anche per l’impegno nella tutela dei diritti, in particolare nel mondo del lavoro, dei filippini emigrati nel mondo, per cui ha proposto l’istituzione di un dipartimento che li tuteli. Marcos, condannato nel 1995 per evasione fiscale, è stato criticato per non aver partecipato a molti dibattiti televisivi, che ha accusato di essere parziali e a lui sfavorevoli.

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La sua famiglia

La sua popolarità deriva soprattutto dalla sua famiglia. Durante il regime del padre, sostengono numerose associazioni a tutela dei diritti umani, l’opposizione politica era un rischio. Marcos, anticomunista, limitò il diritto di stampa e ordinò l’arresto di molte personalità – politiche e non – a lui antagoniste. Nel 1972 impose la legge marziale per contrastare le guerriglie comuniste e musulmane scoppiate nel Paese. Fu sul banco degli imputati in diversi processi per corruzione e appropriazione indebita, ma i giudici lo dichiararono sempre innocente. Marcos Jr lasciò le Filippine nel 1986, sotto il peso ormai incontrollabile delle proteste contro di lui. Morì in esilio alle Hawaii, nel 1989. Ancora oggi, nonostante le controversie, Marcos è uno dei presidenti più famosi nella storia delle Filippine. 

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Chi è Leni Robredo

Leni Robredo (23 aprile 1956, Naga) ha iniziato la sua carriera politica nel 2012, in seguito alla scomparsa in un incidente aereo del marito Jesse Robredo, ex sindaco della città di Naga. Vicepresidente dal 2016, ha giocato la sua campagna elettorale promettendo onestà e trasparenza nelle istituzioni, anche attraverso una battaglia contro la corruzione. Robredo, leader del Partito Liberale delle Filippine ed ex avvocato, è apertamente oppositrice di Duterte. Appoggiata da varie associazioni a tutela dei diritti umani, nelle ultime settimane ha visto la sua popolarità crescere: migliaia di cittadini hanno preso parte a marce e manifestazioni in supporto alla sua candidatura. 

Manny Pacquaio

Dal ring al Parlamento: Manny Pacquaio è nato a Kibawe (17 dicembre 1978) ed è stato il primo – e per ora unico – pugile a ottenere il titolo di campione mondiale in otto diverse classi di peso. In politica dal 2010, come Robredo è in aperta opposizione a Marcos Jr, oltre che a Duterte. In un’intervista alla Cnn del novembre 2021 Pacquaio ha dichiarato che avrebbe intenzione di indagare sulla presunta corruzione di alcuni politici vicino a Duterte. “Dovrebbero tutti essere in galera. È l’unico modo in cui potremo avere una crescita economica”, ha detto Pacquaio, definendo la corruzione delle istituzioni “il cancro del Paese”. La sua agenda include anche un piano per recuperare le risorse che si presumono essere state rubate dalle casse statali ai tempi di Ferdinand Marcos. Pacquaio ha anche parlato della guerra alle droghe dell’attuale presidenza, dicendo che – se eletto – continuerebbe con la politica di tolleranza zero di Duterte, ma senza “uccidere” gli spacciatori, a cui darebbe “la possibilità di difendersi” davanti alla giustizia. Pacquaio non si dice preoccupato per la bassa percentuale di preferenze che gli attribuiscono i sondaggi. Il candidato – come riporta Reuters – pensa che le sue “radici povere” lo renderebbero il miglior presidente, perché più vicino alla popolazione rispetto ai suoi avversari. Ha definito gli Stati Uniti “i migliori amici” delle Filippine e, come Ferdinand Jr, promette di non chiudere nessun occhio sulle dispute legate alla giurisdizione delle acque territoriali nel Mare cinese.

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Chi è Isko Moreno

Nato a Tondo il 24 ottobre 1974, dal 2019 Isko Moreno è primo cittadino di Manila, eletto l’ultima volta tra le file del partito progressista Askion. Come per Pacquaio, la sua fama non deriva solo dalla carriera politica: Moreno è stato attore cinematografico e televisivo. Con l’ex pugile condivide anche la visione sulla lotta agli stupefacenti di Duterte, che considera un’azione necessaria, ma con metodi diversi. Nel 2020 ha firmato un’ordinanza di protezione per i membri della comunità LGBTQI+, anche se si dice contrario ai matrimoni dello stesso sesso. 

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