Il ministro degli Esteri alza i toni e accusa la Nato di entrare in un conflitto per procura con Mosca attraverso la fornitura di armi all'Ucraina. Pechino però cerca di gettare acqua sul fuoco
La terza guerra mondiale è un pericolo "reale" anche se l'ipotesi di un conflitto nucleare è inaccettabile, specie per l'alleato cinese. Alla fine di un'altra giornata di raid su obiettivi strategici ucraini, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, in un'intervista al programma Bolshaya Igra (The Great Game) sul canale televisivo di stato Channel One, alza i toni dello scontro anche a livello verbale e accusa la Nato di entrare in una guerra per procura con Mosca attraverso la fornitura di armi all'Ucraina. Decisione rischiosa, avverte il capo della diplomazia di Mosca, perché si ritorcerà contro l'Occidente che vedrà diffondersi quelle stesse armi nei Paesi da cui provengono (GUERRA IN UCRAINA, LO SPECIALE DI SKY TG24 - GLI AGGIORNAMENTI IN TEMPO REALE).
"La buona volontà ha i suoi limiti"
A proposito dell'uso di testate nucleari, Lavrov ha ricordato che a gennaio i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu hanno rilasciato una dichiarazione sull'inammissibilità di una guerra di questo tipo. "Questa è la nostra posizione di principio, - ha sottolineato - siamo guidati da questo, e ovviamente non vorrei vedere questi rischi gonfiati artificialmente ora, quando i rischi sono piuttosto significativi". Una escalation temperata solo in parte dall'annuncio che i negoziati con l'Ucraina andranno avanti. Anche se Lavrov non rinuncia a lanciare una frecciata aggiuntiva: "La buona volontà ha i suoi limiti. E se non è reciproca questo non contribuirà al processo negoziale". Poi l'assicurazione che "noi continueremo a portare avanti negoziati con la delegazione del (presidente ucraino) Volodymir Zelensky, e i contatti proseguiranno". Il ministro ha comunque accusato Zelensky "di fingere" di negoziare, alludendo al suo passato sul palcoscenico. "E' un buon attore" ma, ha sottolineato, a un'attenta osservazione delle sue parole "emergeranno mille contraddizioni". Infine non ha trascurato di gettare un po' d'acqua sul fuoco dichiarandosi fiducioso che "tutto finirà certamente con la firma di un accordo", i cui parametri, tuttavia, "saranno definiti dallo stato delle conquiste sul campo". Il riferimento al Donbass, e forse non solo ad esso, è fin troppo evidente.
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Pechino: nessuno vuole guerra mondiale
La Cina è convinta che "nessuno voglia assistere allo scoppio di una terza guerra mondiale", dopo le dichiarazioni del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov: in un'intervista tv, il capo della diplomazia di Mosca ha alzato i toni dello scontro con l'Occidente accusando la Nato di voler entrare in uno scontro militare per procura attraverso la fornitura di armi all'Ucraina, paventando così il rischio "reale" di un nuovo conflitto mondiale. Il portavoce del ministro degli Esteri cinese Wang Wenbin ha invitato alla moderazione, osservando che sulla guerra in Ucraina "tutte le parti interessate dovrebbero mantenere la calma e il controllo, prevenire l'escalation della situazione e raggiungere la pace il prima possibile". Lo scopo, ha osservato il portavoce, è quello "di evitare di far pagare un prezzo maggiore all'Europa e al mondo intero". Nella situazione attuale, "tutte le parti devono prima sostenere il dialogo e la negoziazione per evitare che gli scontri si espandano e si protraggano nel tempo". Allo stesso tempo, come parte ulteriore del problema, "dovremmo anche riflettere sul motivo per cui l'Europa è ricaduta nel vortice dei conflitti geopolitici più di 30 anni dopo la fine della Guerra Fredda" per poter costruire "un'architettura di sicurezza europea equilibrata, efficace e sostenibile e rafforzare il sistema globale di governance della sicurezza". Allo stato, malgrado le pressioni di Usa, Ue e alleati, Pechino non ha ancora condannato l'aggressione russa ai danni dell'Ucraina, mantenendo una posizione di difficile neutralità verso Mosca, tutelando "la partnership senza limiti". Intanto, il Quotidiano del Popolo, la voce del Partito comunista cinese, ha pubblicato un articolo del ministro degli Esteri Wang Yi con più dettagli sulla 'iniziativa di sicurezza globale' proposta dal presidente Xi Jinping la scorsa settimana alla cerimonia di apertura del Forum di Boao per l'Asia. Rispondendo alla domanda: "Di che tipo di concetto di sicurezza ha bisogno il mondo e come possono i paesi raggiungere la sicurezza comune?", Wang ha osservato che "l'iniziativa contribuisce con la saggezza cinese per compensare l'attuale deficit di pace". Pechino, ha assicurato, "non rivendicherà mai l'egemonia, non cercherà mai espansione o sfere di influenza, ne' si impegnera' in una corsa agli armamenti".