Texas, sospesa la condanna a morte per Melissa Lucio

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La 51enne di origine messicana doveva essere giustiziata con un'iniezione letale nel carcere di Gatesville, in Texas, il 27 aprile. Condannata alla pena capitale per aver ucciso la sua bambina di due anni Mariah, nel 2007, per le complicazioni di una caduta dalle scale, secondo la difesa. Per essere stata selvaggiamente picchiata, secondo l’accusa

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La condanna a morte in Texas di Melissa Lucio è stata sospesa. La donna, , 51enne di origini messicane e madre di 14 figli,  è accusata della morte di una di loro. Lo ha deciso la Corte d'appello secondo quanto riferiscono i suoi avvocati. Lucio si è sempre detta innocente e negli ultimi giorni la sua famiglia e gli attivisti hanno moltiplicato gli appelli per fermare la sua esecuzione.

Condannata per l'omicidio della figlia di 2 anni

Melissa, madre di 14 figli, è stata condannata nel 2008 con l’accusa di aver ucciso sua figlia Mariah, di 2 anni, nel 2007 nella contea di Cameron. Secondo l’accusa la piccola sarebbe stata picchiata, mentre la tesi della difesa è che la piccola sia deceduta a causa di ferite interne, riportate due giorni dopo una caduta accidentale. Le prove dell’accusa sono poi state giudicate inaffidabili soprattutto per il metodo di interrogatorio. La donna, infatti, era sotto shock dopo la perdita della figlia e, incinta di due gemelli, è stata sottoposta a una serratissima fila di domande. Dopo molteplici negazioni, forse esausta, avrebbe pronunciato le parole che l'hanno incastrata: "Probabile che io sia responsabile“. Tutti gli altri 13 figli continuano a sostenere l’innocenza della madre, ribadendo l’ipotesi dell’incidente domestico

Gli appelli

Il caso è al centro di diverse polemiche negli Usa, viste le molte prove che scagionerebbero la donna e le controverse indagini. Negli ultimi giorni era stato lanciato un appello anche su Amnesty International per fermare l’iniezione: la petizione è stata promossa dalla famiglia con il supporto di più attivisti e anche diversi vip, fra i quali anche anche Sandra Babcock e Kim Kardashian, che ha condiviso su Twitter la lettera firmata dai tredici figli di Melissa in cui chiedono la grazia al governatore Abbott. 

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