
Covid Cina, Shanghai in lockdown fra tende negli uffici e rabbia social. FOTO
La città sarebbe dovuta tornare alla normalità ai primi di aprile, ma la continua crescita dei contagi ha fatto sì che proseguisse il regime restrittivo. Gli abitanti denunciano carenze di cibo e difficoltà nel ricevere beni di prima necessità, alle quali si è sommato il caso dei minori separati dai genitori. E sui social network compaiono foto di sacchi a pelo e tende da campeggio di chi lavora in attività essenziali ed è costretto a trascorrere lì il lockdown

Shanghai è in lockdown anti-Covid dal 28 marzo e sui social cresce la rabbia fra i quasi 26 milioni di residenti, bloccati nelle case, alle prese con gravi problemi per ottenere carne, riso e altri generi alimentari essenziali, tra lamentele su supermercati online vuoti e difficoltà di consegne per le richieste troppo numerose
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Un lockdown che sarebbe dovuto finire il 5 aprile, con la consueta politica cinese di tolleranza zero fatta di tamponi a tappeto e isolamento, ma che invece si è scontrato con un continuo aumento dei casi di Covid, quasi 20mila al giorno
Covid Cina, aumentano i casi: a Shanghai in lockdown monta la rabbia
La bufera è esplosa sui social in mandarino come Weibo o WeChat e su Twitter: tra i post più comuni ci sono foto e commenti sul cibo appena arrivato, oltre alle lamentele su uno scenario inimmaginabile. "Hanno avuto due anni di tempo per prepararsi e si sono fatti cogliere di sorpresa", ha confidato all'Ansa un manager italiano chiuso in casa da quasi tre settimane
Covid, lockdown esteso all'intera Shanghai: i bambini positivi separati dai genitori
Il vice sindaco di Shanghai, Chen Tong, ha assicurato che la metropoli ha riserve sufficienti di riso, farina, olio e carne, e abbastanza forniture di verdure e carne suina possono essere trasferite da altre città. Fra le misure annunciate, anche un canale di emergenza sulle piattaforme di e-commerce in cui, ad esempio, le consegne di prodotti materni e infantili, quali il latte in polvere per bambini, avranno la priorità

Senza contare la questione della separazione dei minori contagiati dai genitori, solo lievemente risolta: chi risulta positivo, anche se asintomatico, non può isolarsi in casa, ma deve essere portato in strutture adibite per la quarantena, alcune delle quali consentono ora le sistemazioni familiari a seguito delle proteste, soprattutto della comunità straniera

Per isolare i positivi, sintomatici e non, Shanghai - riporta Il Corriere della Sera - ha convertito in centri di quarantena le strutture dell’Expo. Ma non basta, perché l’operazione coinvolge anche i contatti stretti e i contatti dei contatti stretti dei positivi, così può succedere che si venga mandati in altre città che sono state predisposte per accogliere migliaia di pazienti

Gli altri sono comunque chiusi in casa, con i palazzi avvolti in barriere di legno o plastica con i lucchetti e le strade sorvegliate da vigilantes

Chi lavora in attività considerate essenziali - riporta Il Corriere della Sera - è costretto al lockdown in ufficio: sui social sono comparse foto di tende da campeggio e sacchi a pelo in sale riunioni e vicino alle scrivanie

Secondo il gruppo di servizi finanziari Nomura, sono 193 milioni i cinesi in lockdown in 23 città, che rappresentano il 22% del Pil cinese

Una sfida economica ma anche politica: le denunce sulla mancanza di cibo e non solo sono fonte di imbarazzo per il Partito comunista, in un anno in cui il presidente Xi Jinping tenterà di rompere con la tradizione puntando a un inconsueto terzo mandato di 5 anni da leader